Per chi fosse interessato all’argomento ma ha difficoltà a leggere l’inglese, c’è anche la versione in italiano. È il libro di Bjørn Berge “Nowherelands - An atlas of vanished Countries 1840-1975”, segnalato da “Vaccari news” l’8 marzo scorso.
L’ha riproposto, nella lingua di Dante Alighieri, la casa editrice Ponte alle grazie, con il nome “Terre scomparse 1840-1970”. E, tutto sommato, poco importa se dal titolo sono “scomparsi” cinque anni, peraltro presenti nel testo, visto che i capitoli, cinquanta, sono gli stessi. Le 304 pagine (24,90 euro) trattano realtà enormi come il Manciukuò, isole come Heligoland e città singole come Trieste; sono accumunate dal fatto che in periodo filatelico hanno vissuto una fase più o meno autonoma, tanto da emettere cartevalori proprie. Cartevalori non sempre riconosciute dalla comunità internazionale: lo erano quelle, per dire, appartenenti al Regno delle Due Sicilie ma non le produzioni del Biafra, mentre su altre -le targate Terra del Fuoco, ad esempio- esistono delle sfumature interpretative.
In ogni caso, gli approfondimenti dello scrittore, che è architetto e ricercatore, permettono di scoprire vicende spesso poco conosciute o dimenticate. Aiutano, illustrati a colori, le mappe ed i francobolli. Già, i francobolli: “quelli non utilizzati m’interessano poco”, annota lo specialista. “Più sono segnati dall’uso, più valore hanno ai miei occhi. Li prendo, li annuso, li accarezzo, qualche volta li lecco: sanno di gomma arabica sbriciolata, amido vegetale e colla animale…”.