Vale una “A”, ossia la tariffa necessaria a spedire un plico per l’interno pesante fino a cinquanta grammi, adesso equivalente a 10 corone, il francobollo con cui da oggi Praga pubblicizza il proprio Museo postale.
La vignetta propone lo stemma, dipinto a mano, di Francesco Giuseppe I con l’aquila bicefala imperialeregia in versione postale; campeggiava sopra un ufficio attorno al 1870. Sullo sfondo figurano una cartina dello stesso periodo e alcuni elfi che recano i tipici oggetti del mestiere, ossia lettere, bolli e corno.
Ad evidenziarsi sono, in particolare, due elementi: il primo è che la Repubblica Ceca tiene al proprio percorso specialistico e al materiale in esso contenuto, dedicandovi una specifica emissione. Il secondo è che si tratta di una carta valore ordinaria, quindi suscettibile di un impiego diffuso e protratto nel tempo.
Anche il Museo storico pt di Roma, oggi dipendente dal ministero allo Sviluppo economico, necessiterebbe di un’ampia promozione (gli unici tributi dentellati emessi sono due tagli da 800 lire o 41 centesimi del 9 maggio 2000), ma le cose stanno andando diversamente, e il calo dei sostegni pubblici non va certo nella direzione ottimale. Si aggiunge, poi, la strada diversa voluta da Poste italiane, che ha organizzato un proprio Archivio storico.