Lettere, dispacci segreti, relazioni fra i due dittatori, dalla “Marcia su Roma” alla salita al potere del Nazionalsocialismo: sono documenti scoperti dallo storico Renzo De Felice (1929-1996) mentre lavorava alla biografia del duce. Tali materiali, inediti, rappresentano la base del libro “Mussolini e Hitler. I rapporti segreti 1922-1933”, edito da Laterza.
In 304 pagine (20,00 euro), il saggio si pone alcune domande: qual è stato il legame tra l’Italia fascista e la Germania nazista? Quali differenze e quali somiglianze vi furono tra i due totalitarismi? L’Asse ed il Patto d’acciaio erano insiti nella logica di una comune natura o furono solo atti politici, rispondenti ad esigenze particolari, sostanzialmente tattiche e contingenti?
L’interpretazione generale dei contatti tra i due movimenti come di una semplice alleanza strategica e la negazione delle significative somiglianze tra Fascismo e Nazismo -scrive nella prefazione lo specialista Christian Goeschel- “ebbero un effetto fondamentalmente fuorviante”. Le relazioni -è vero- risultarono ambivalenti sia prima che dopo il 1933, “ma questo non inficia l’opinione che Mussolini e Hitler, e i loro regimi, si allearono dopo il 1936 per ragioni tanto ideologiche quanto strategiche. I due regimi andarono intrecciandosi sempre più l’uno con l’altro… Prima del 1933, la bilancia dei trasferimenti andava dall’Italia alla Germania, ma a metà degli anni Trenta la direzione… sarebbe cambiata”. Lo studio delle interazioni, insomma, “è un passo in avanti rispetto alle discussioni teoretiche”. E lo è anche rispetto alle analisi comparate che mirano semplicemente a ricercare somiglianze e differenze.