Uno scontro cruento, “tanto che i cannoni spararono ad altezza d’uomo. Il Secondo battaglione dei granatieri riuscì a entrare a Flambro dal lato di sinistra ingaggiando un furioso combattimento casa per casa. I feriti italiani furono raccolti nella chiesetta di san Giovanni, poco distante dal paese all’altezza dell’incrocio con la Stadalta. Questa azione permise al Battaglione di ripiegare grazie alla guida del soldato Strizzolo che era del luogo e che condusse i granatieri fuori dal pericolo verso Sterpo e poi Rivignano. Dopo alcune ore dalla fine dello scontro, ormai fattosi giorno, uscirono intontiti i paesani e i numerosi profughi che si erano riparati nelle case e nelle cantine, ai primi restò il compito di seppellire gli oltre 250 caduti nel cimitero di Talmassons, ai secondi un silenzioso ritorno ai luoghi di provenienza”.
È in questo modo che, per conto del “Progetto integrato cultura del Medio Friuli”, Giancarlo Martina descrive la battaglia svoltasi a Flambro, frazione di Talmassons in provincia di Udine, il 30 ottobre 1917.
Domani l’episodio verrà ricordato con un annullo impiegato a Trieste, ma le attività correlate, in calendario sino al 5 novembre, coinvolgeranno un territorio più ampio grazie all’Associazione nazionale granatieri di Sardegna. Quanto al manuale, sarà disponibile tra le 9.55 (sic!) e le 12.30 presso il Circolo unificato, in via dell’Università 2.