Da 481 nel 2011 a 1.600 nel 2012: è il numero dei ricorsi che i consumatori hanno inoltrato all’Arbitro bancario finanziario per vertenze nei confronti di Poste italiane. Più che triplicato nel giro di dodici mesi, ed anche come peso percentuale l’incremento è evidente: se un anno prima rappresentava il 13,4% delle pratiche giunte sul tavolo della struttura, l’ultimo dato rivela che ne costituisce il 28,3%.
In sostanza, l’azienda è la prima “cliente”, seguita, ma a debita distanza, da Unicredit (con 442 situazioni), Intesa San Paolo (259), Banca nazionale del lavoro (198) e dagli altri operatori.
Proporzionali pure gli esiti: la società guidata da Massimo Sarmi è ancora una volta in cima alla lista, con 813 casi decisi. Di questi, 588 sono stati accolti, 84 cessati e 141 respinti.
I valori emergono dalla relazione sulle attività dell’Abf, attraverso il quale “la Banca d’Italia ha inteso fornire uno strumento specifico di tutela ai clienti delle banche e degli intermediari finanziari e, al contempo, un servizio alla collettività per l’agevole risoluzione delle controversie che tipicamente insorgono nel settore bancario e finanziario”. In caso di problema che non abbia trovato sbocco presentando un reclamo allo sportello e rientri nei limiti di competenza stabiliti, il cliente, infatti, può rivolgersi all’Arbitro, il quale conta su tre collegi, ubicati a Milano, Napoli e Roma.