Una scelta che può apparire anomala, ma il motivo c’è. È stata presentata questa mattina a Modena la mostra “La reggia d’Italia - La bella Italia - Arte e identità delle città capitali” che sarà ospitata a Venaria Reale (Torino) dal 17 marzo all’11 settembre, inserita tra le manifestazioni per il secolo e mezzo del Regno. Fino ad un paio di mesi fa, Modena e Parma erano state trascurate dall’allestimento e solo l’intervento del senatore Carlo Giovanardi -che oggi ha condotto l’incontro- ha permesso di rimediare alla lacuna.
Perché di questo si è trattato. “Chiedo scusa, anche a nome del presidente del comitato curatoriale, Antonio Paolucci”, ha detto il direttore della Reggia, nonché vicepresidente esecutivo del Comitato del 150°, Albero Vanelli. L’ispirazione iniziale era diversa, e in ogni caso “avevamo torto; abbiamo resistito per una settimana di balbettio”. Da qui la scelta di aggiungere una sezione dedicata ai due Ducati in un primo tempo lasciati per strada. Ma, invece di una sezione, “sta diventando lo scrigno più bello della mostra”. “Torino ha preso molto sul serio la mostra. Da qualche anno ci sta lavorando dal punto di vista storico, artistico ed altro”, allo scopo di non farlo diventare un evento celebrativo o retorico, ma per permettere la conoscenza, la discussione.
Fra i relatori dell’incontro odierno, i rappresentanti delle due ex capitali. “Anche dal punto di vista artistico -ha precisato il sindaco di Modena, Giorgio Pighi- l’Unità d’Italia è un processo di sintesi, di assoluto rilievo e soprattutto di specificità”. Ci sono città, territori che ad un certo punto sono confluiti in un processo unitario.
“L’ampliamento a Modena e Parma -ha ribadito l’assessore alla cultura di Parma, Luca Sommi- è paradigmatico dell’Unità”. Ecco perché “hanno un ruolo importante in questa importantissima mostra”.
Tra i grandi nomi della sezione dedicata al territorio emiliano figurano Parmigianino, Correggio, Velázquez, Bernini, puntualmente citati. Ma figura anche la filatelia, grazie a Vaccari srl. “Su richiesta del comitato organizzatore -ammette il presidente della società, Paolo Vaccari- abbiamo selezionato alcuni pezzi significativi. Non molti, ma nell’economia generale dell’allestimento costituiranno un preciso punto di riferimento. Perché il Risorgimento fu anche nelle comunicazioni; i francobolli e gli altri oggetti postali, centocinquant’anni dopo, sono lì a documentarlo”.