A tre ore dall’apertura, “Milanofil” è stata raggiunta da 4.280 persone. È uno degli elementi emersi oggi durante la cerimonia inaugurale, condotta dal capo ufficio stampa di Poste italiane Federica de Sanctis.
“Una grande manifestazione, la collezione delle collezioni: per la prima volta accoglie altre collezioni”, ha detto la presidente Maria Bianca Farina. “Non pensavamo suscitasse tanto interesse; segna un maggior interesse intergenerazionale, è un alto valore aggiunto”. La stessa rappresentante -ha raccontato in seguito- collezionava francobolli da ragazza, ma usati. Oltre al piacere di ricevere lettere, si aggiungeva quello di staccare le cartevalori dal supporto e poi di andare alla ricerca di ulteriori, tra parenti ed amici.
“Da sei mesi sono responsabile del settore filatelia, ma sono invecchiato di quindici anni”, ha ammesso Fabio Gregori, spiegando l’idea, adottata, di voler creare un contenitore di emozioni, dove il francobollo è il narratore “che ci può raccontare le storie”. Così è nata la nuova edizione del salone.
Il filo conduttore dell’incontro si è soffermato pure sugli aspetti tecnici. Ecco il presidente dell’Istituto poligrafico e zecca dello stato, Domenico Tudini, al vertice di un’azienda che ha quasi novant’anni ed ha saputo associare le lavorazioni tradizionali, quelle che ancora si usavano nell’Ottocento, alle digitali. Il presidente della Commissione per lo studio e l’elaborazione delle cartevalori postali, Angelo di Stasi, ha sintetizzato le fasi amministrative che si sviluppano tra interlocutori differenti, dicendo: “negli ultimi tempi abbiamo raggiunto dei buoni obiettivi”. Poi ha sottolineato: “Milanofil” “rappresenta il clou di quanto Poste italiane sta facendo”. Quindi c’è la distribuzione, per la quale è intervenuto il responsabile di mercato privati, Pietro Paolo Raeli. Ha ricordato che la società ha la più ampia rete nazionale, con tredicimila uffici postali; tutte le persone che vi operano sono “portatrici sane di filatelia”. Poi c’è una specie d’élite, con cinquecento sportelli: “sono colleghi che riescono a portare la passione sul territorio”.
Fuori dal coro, il conduttore e critico Red Ronnie, collezionista seriale, avendo accantonato di tutto, dai francobolli ai vinili ed ai jukebox (ha suggerito omaggi postali per Woodstok, Amedeo Minghi, Lucio Dalla, Lucio Battisti). “Dietro ad ogni collezione -è il suo pensiero- c’è sempre un motivo”. “D’altro canto, come sono tornati i vinili (d’attualità, ndr), possono tornare anche i francobolli. Volete mettere l’emozione di aprire una lettera?”.
Infine è intervenuto il vicepresidente di Automotoclub storico italiano, Alberto Scuro. Il quale ha definito l’appuntamento “molto bello, molto strutturato”, dove “le vetture raccontano una storia, un passato recente”. Un po’ come il francobollo...