La cartina geografica, la bottiglia di vino, la bussola: sono alcuni degli oggetti scelti da Poste italiane per promuovere, attraverso il direct marketing, i propri servizi. Servizi specifici, e quindi rivolti ad interlocutori che si ritengono più sensibili verso la tipologia di prestazioni offerte. Ma il direct marketing può interessare anche altre società. Da qualche anno –conferma il direttore della divisione corrispondenza, Riccardo Camia- l’azienda di recapito ha lanciato una gamma di prodotti e servizi dedicati alla comunicazione commerciale delle imprese, raggiungendo in modo mirato i consumatori. Aiutandoli ad esempio nel qualificare i database, individuare le liste appropriate dei destinatari, analizzare i dati, gestire i ritorni o anche producendo “materiali e strumenti più accattivanti e capaci di lasciare un segno nel cuore di chi li riceve”. Per presentare le campagne c’è persino la brochure, dal titolo “Il direct marketing italiano ha tirato fuori gli artigli”. Tra gli esempi citati, il caso di una rosa vera, inviata dalla divisione filatelia a 300 clienti per promuovere l’edizione 2004 di “Romafil”. “Oltre il 70%” del campione -assicura la società- “ha risposto con passione all’invito”.
Pubblicità sì, purché mirata. Grazie al direct marketing
23 Feb 2006 00:00 - NEWS FROM ITALY