“La possibilità che la filatelia non sia che una forma particolare di mistica, di ricerca di una perfetta unione con l’assoluto, è stata intravista da uno dei pensatori più originali del Novecento, Walter Benjamin”. Il quale, guarda caso, “era un appassionato dei bei francobolli, che cercava anche in occasione dei viaggi”. Lo rivela Massimo Leone, nell’articolo che apre l’ultimo numero, il ventitré, di “Storie di posta”.
Nelle 96 pagine del periodico firmato dall’Accademia italiana di filatelia e storia postale e in vendita a 6,00 euro non mancano altri contributi. Come i saggi dedicati alla serie, definita da Franco Filanci emblematica, di “Propaganda fide” o alle applicazioni artistiche del palazzo postale di Milano Cordusio, rivelate da Danilo Bogoni.
Enrico Veschi e Luigi Ruggero Cataldi ricordano il capolinea, una figura che operava soprattutto nelle fasi di ripartizione per l’avviamento e nell’individuazione del mezzo di trasporto. Adalberto Peroni scrive della Varese di un secolo fa mentre Joseph J.Geraci si occupa di un compositore molto... particolare.
Non mancano le rubriche, in grado di svelare fatti, ripescare documenti, spiegare dettagli, segnalare libri (fra i quali i recenti volumi, di Vaccari srl, “Annulli numerali italiani” e “Campioni del mondo”). Da notare l’attenzione per ambiti abbastanza inconsueti, come il cinema, altra passione di Franco Filanci, e l’oggettistica, nella quale si distingue Clemente Fedele.