“Ecco un panorama capace di inquietare anche il meno verde tra i cittadini del Ventunesimo secolo. Riporta alla mente Giedi Primo, il pianeta nero degli Arkonnen di Dune. È un’immagine inspiegabile per la sensibilità cosmetica del nostro tempo, meritoria di condanna unanime. Indifendibile”. Così si esprimeva il regista Paolo Caredda nel libro “In un’altra parte della città. L’età d’oro delle cartoline”. Il volume è edito nel 2014, quindi in tempi non sospetti, e riguarda l’autorappresentazione nazionale durante il boom economico, esaminata attraverso i saluti postali. Un paio delle 208 pagine sono dedicate al ponte “Riccardo Morandi” di Genova, quello crollato il 14 agosto uccidendo almeno trentotto persone. E la frase citata si riferisce proprio a come venne illustrato il viadotto. Ancora più significativa è la descrizione di un secondo reperto. “Un trittico di cemento allo stato puro. Pochi sono stati più coraggiosi ed è un peccato”, annota l’esperto. “Per rappresentare la vallata l’anonimo fotografo non si è accontentato della visione approvata dalle autorità, la meraviglia ingegneristica, il nuovo ponte sull’autostrada. Ha passato invece un po’ di tempo nel quartiere. Ha guardato da punti di vista diversi. Nella sua brutalità ha privilegiato il senso del posto sopra i valori della coreografia ufficiale”. L’autore interverrà al congresso di Padova dell’Unione stampa filatelica italiana, previsto tra il 7 ed il 9 settembre.
Quel ponte da… cartolina
16 Ago 2018 12:12 - NEWS FROM ITALY
Genova - Il “Riccardo Morandi” nei saluti postali del boom economico, trovati e commentati quattro anni fa dal regista Paolo Caredda