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editor Fabio Bonacina

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In cinquantacinque anni ci venne cinquantasette volte. Lo racconta, anche con l’ausilio di materiale epistolare, la mostra allestita a Torino fino al 17 marzo

Fino al 17 marzo
Fino al 17 marzo

Come raccontato da lettere, cartoline e diari-agende, “l’amore per l’Italia fu durevole e assiduo”: in cinquantacinque anni intraprese cinquantasette viaggi minuziosamente ricostruiti, tra cui quello di nozze con la moglie Pauline de Ahna, tanti “pellegrinaggi” turistici, i numerosi inviti professionali in veste di direttore d’orchestra e compositore chiamato ad assistere alle esecuzioni delle proprie opere.

Protagonista è Richard Strauss (1864-1949): fu il compositore tedesco più in vista e di successo durante la prima metà del Novecento: con il suo teatro musicale suscitò prima scandali e dopo compì una sintesi della cultura europea. A lui è dedicata la mostra “Richard Strauss e l’Italia”, in essere fino al 17 marzo presso la Biblioteca nazionale universitaria di Torino.

“Frutto di un lungo lavoro di ricerca, racconta in modo circostanziato, attraverso documenti e cimeli rarissimi”, il profondo e duraturo rapporto con il Bel Paese. Tale frequentazione -viene spiegato- comincia nel 1886 con un vero e proprio percorso di formazione stimolato dalla lettura di Johann Wolfgang Goethe, ispiratore di uno dei primi capolavori, la fantasia sinfonica “Aus Italien” (“Dall’Italia”).

Ampio spazio è lasciato appunto alla corrispondenza con i compositori e gli intellettuali nazionali dell’epoca, tra i quali Ferruccio Busoni, Alfredo Casella, Gabriele D’Annunzio, Arturo Toscanini, Ermanno Wolf-Ferrari. Di grande rilievo, inoltre, la presenza dei manoscritti musicali. Fra i restanti oggetti, la bacchetta d’argento regalatagli a ventitré anni dalla Società del quartetto di Milano per il debutto come direttore d’orchestra.

Curata -come il catalogo- da Giangiorgio Satragni (coordinamento generale: Simone Solinas), impiega principalmente il materiale messo a disposizione dalla famiglia dell’artista.

La fotografia cartolinizzata riproduce la villa di Richard Strauss a Garmisch. Si vedono il compositore e la moglie Pauline nel giardino. Spedita il 21 giugno 1928, è indirizzata al critico Guido Maggiorino Gatti, presso il Teatro di Torino. Vi si legge: “A lei e al maestro Gui il mio cordiale ringraziamento per i loro amichevoli auguri! (di compleanno, ndr). Peccato che non abbiano ascoltato Helena («Die ägyptische Helena», ndr) a Vienna. Con molti saluti loro sinceramente devoto. Richard Strauss” (collezione Giorgio Fanan)
La fotografia cartolinizzata riproduce la villa di Richard Strauss a Garmisch. Si vedono il compositore e la moglie Pauline nel giardino. Spedita il 21 giugno 1928, è indirizzata al critico Guido Maggiorino Gatti, presso il Teatro di Torino. Vi si legge: “A lei e al maestro Gui il mio cordiale ringraziamento per i loro amichevoli auguri! (di compleanno, ndr). Peccato che non abbiano ascoltato Helena («Die ägyptische Helena», ndr) a Vienna. Con molti saluti loro sinceramente devoto. Richard Strauss” (collezione Giorgio Fanan)



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