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editor Fabio Bonacina

27221 news from 8/3/2003

È quanto ha chiesto l’onorevole Lorenzo Becattini in un’interrogazione alla Camera dei deputati. Secondo i dati, entro il 2017 dovrebbe essere trasformato in un semplice centro prioritario

Le conseguenze del calo della posta
Le conseguenze del calo della posta

Quando venne chiuso il centro meccanizzato postale di Pisa, si disse che la lavorazione del corriere sarebbe stata concentrata a Firenze. Ma ora anche quest’ultimo impianto è a rischio. Non a caso, Lorenzo Becattini (Partito democratico) ha presentato sull’argomento un’interrogazione a risposta in commissione, indirizzandola ai ministri dell’Economia e delle finanze (Pier Carlo Padoan) e dello Sviluppo economico (Federica Guidi).

“Il centro di meccanizzazione postale (Cmp) di Sesto Fiorentino (Firenze) che occupa attualmente 650 persone, cui si aggiunge un notevole indotto occupazionale pari a 200 addetti, per un totale di circa 850 occupati, è il più importante sito industriale postale della Toscana”, sostiene l’onorevole nel suo intervento. Aggiungendo che il piano messo a punto dall’operatore “prevede una riduzione dei centri di meccanizzazione postale presenti in Italia, che passeranno dagli attuali 16 a 10, pertanto il Cmp di Sesto Fiorentino verrebbe declassato a semplice centro prioritario (Cp) entro il 2017, con conseguente drastica riduzione del personale e rilevanti ripercussioni sociali sul territorio”. Esso “è situato in una posizione strategica dal punto di vista logistico: è infatti vicino ad opere infrastrutturali importanti quali l’aeroporto, la ferrovia e l’autostrada ed a poca distanza dal porto di Livorno”. Inoltre, è collocato “all’interno dell’area industriale della piana fiorentina, una tra le più importanti d’Italia, ad alta densità di insediamenti infrastrutturali, industriali, commerciali e produttivi e che dà occupazione a circa 22.000 persone”.

A parere dell’interrogante vi sono “tutte le condizioni” perché la sede svolga un ruolo cardine. Ecco perché ha chiesto ai rappresentanti governativi se non ritengano “doveroso ed urgente verificare i fatti suesposti ed assumere iniziative”.




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