Una sala -già esistente- dedicata alla storia della scrittura. Parte da qui l’idea per alcune iniziative che scandaglieranno il tema. È “La scrittura, che storia!”, progetto focalizzato sul Medioevo, quando i luoghi di produzione dei manoscritti erano i monasteri e le botteghe degli specialisti, i colori venivano estratti da minerali, animali e vegetali, erano necessarie la penna d’oca e la pergamena. Dietro vi sono il polo culturale “Mercatorum e Priula vie di migranti, artisti, dei Tasso e di Arlecchino” nonché lo stesso Museo dei Tasso e della storia postale (via Cornello 22, Camerata Cornello, provincia di Bergamo, aperto dal mercoledì alla domenica nelle fasce orarie 10-12 e 14-18).
Quest’ultimo, dal 29 aprile (l’inaugurazione si svolgerà alle 15) all’1 luglio, ospiterà il percorso ad ingresso gratuito “L’arte di scrivere: nella bottega dello scrivano”, capace di svilupparsi negli ambienti della collezione permanente entrando in rapporto con gli oggetti esposti. Racconterà il processo produttivo dei manoscritti medievali. Dai supporti e dagli strumenti per la scrittura si passerà ai materiali ed agli utensili per la doratura e la produzione dei colori, fino ad arrivare al prodotto finito: la pagina miniata.
Si aggiungono due laboratori, con inizio alle ore 15, dedicati ai bambini dai sette ai quattordici anni. Il primo, previsto per l’1 maggio, è intitolato “Penne d’oca, bacche e uova per… scrivere!” (Casa museo di Arlecchino, via Oneta, San Giovanni Bianco); intende far disegnare ai partecipanti una pagina miniata. L’altro, in programma per il 27 maggio, è “Draghi, unicorni, cervi e fiori per… un carattere!” (Miniere di Paglio-Pignolino, Dossena); l’obiettivo è creare un capolettera. Per partecipare il costo è di 5,00 euro; occorre mettersi in nota scrivendo quanto prima a prenotazioni@mercatorumpriula.eu.
Infine, il 3 giugno alle 15, ecco l’incontro-conferenza “L’arte di scrivere: tecnica, materiali e colori nel manoscritto medievale”; cercherà di rispondere alle domande “Cosa è un manoscritto medievale? Quali erano i materiali e i supporti che venivano usati per la produzione? Come si ottenevano i colori?” (al Museo dei Tasso).
Attraverso tale programma -viene spiegato- “si vuole far riscoprire e toccare con mano una storia affascinante di cui ancora oggi ne riscontriamo gli effetti: dal termine palinsesto, alla penna fino all’uso dell’albumina dell’uovo come collante”. Materiali, lavoro ed esperienza sono del miniaturista bergamasco Simone Algisi.