“La cartolina in franchigia ebbe da prima minor fortuna di quella «reggimentale» presso i collezionisti, perché meno policroma, meno bella esteticamente, troppo essenziale. L’odierna fortuna «collezionistica» delle cartoline in franchigia si basa su due elementi. I: la nascita di un collezionismo «storico postale» molto specializzato e quindi curioso di tutto quanto concerne anche il servizio postale militare. II: la scoperta anche del regime politico della propaganda attraverso i documenti postali”. Così -era il 1995- si pronunciava Luciano Buzzetti presentando il volume di Giorgio Cerruto e Roberto Colla “Franchigia militare italiana (1912-1946)”.
Edito da Agenzia del collezionista, ora è stato ritrovato per chi vuol conoscere le origini dello studio; costa 8,00 euro e si sviluppa per 400 pagine con illustrazioni in bianco e nero.
Dodici i capitoli in cui è organizzato: vanno dalla Guerra italo-turca alla fase dedicata a Comitato di liberazione nazionale e Luogotenenza. Ogni pezzo è valutato come nuovo ed usato, secondo una scala a diciassette livelli. L’appendice stima le bollature, in chiaro e numerali, riferite al Primo conflitto mondiale.