Gli interventi varati dal Governo guidato da Mario Monti non bastano, almeno per quel che concerne il settore postale. A sostenerlo è anche Tnt post Italia, primo operatore privato presente nel mercato nazionale.
Il quale chiede “una revisione delle regole che a tutt’oggi, nonostante le novità legislative del 2011, limitano la libera concorrenza” e, in tal modo, “condizionano la crescita e lo sviluppo”.
Più precisamente, l’azienda auspica che vengano affrontate le criticità, rappresentate dai servizi affidati in esclusiva all’ex incumbent (cioè a Poste italiane) e dalle condizioni di asimmetria, non giustificate con l’attuale struttura del mercato né con le esigenze di tutela del servizio universale.
In soldoni, il network che ha sede generale nei Paesi Bassi suggerisce -riferendosi proprio al servizio universale- di affidarlo attraverso un bando di gara europeo, riconoscendo a tutte le realtà che ne hanno i requisiti di concorrervi. In ogni caso, andrebbe eliminata l’area di riserva oggi riconosciuta agli invii raccomandati attinenti le procedure giudiziarie e le sanzioni stradali. Propone, infine, di liberalizzare la posta massiva e i pacchi oltre i dieci chili di peso: ciò consentirebbe, tra l’altro, di applicarvi l’iva, riducendo il vantaggio attuale di cui gode la società diretta da Massimo Sarmi (che quindi può proporre un listino prezzi più mite) e diminuendo l’onere in capo allo Stato. Anche se- ma Tnt non lo dice- il 21% di imposta andrebbe a carico dei mittenti.