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editor Fabio Bonacina

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Il provvedimento entrerà in vigore l’1 luglio. La versione postale del “conto di base” definito con il ministero dell’Economia e delle finanze

Riguarda pure stipendi, pensioni e compensi se di importo superiore a 1.000 euro, comunque dovuti in via continuativa a prestatori d’opera e per ogni altro tipo di emolumento a chiunque destinato, il provvedimento che, alla fine dopo alcuni rinvii, entrerà in vigore con l’1 luglio. Lo prevede il comma 3 dell’articolo 3 che fa capo alla legge 44 del 26 aprile scorso. Quella che ha convertito il decreto-legge 16 del 2 marzo. La norma -spiegano per esempio dall’Istituto nazionale di previdenza sociale- impone dunque “di non effettuare pagamenti in contante o con assegno” davanti a vitalizi che abbiano un valore superiore alla cifra limite. Naturalmente, il provvedimento riguarda anche le restanti realtà pubbliche che erogano mensili.

È in quest’ottica che ministero dell’Economia e delle finanze, Banca d’Italia, Associazione bancaria italiana, Poste italiane ed Associazione italiana istituti di pagamento e moneta elettronica hanno definito il “conto di base”, cioè il conto corrente dedicato all’inclusione finanziaria dei consumatori. Uno strumento riguardante i servizi di incasso e pagamento che non consente il possesso di prodotti, come assegni e carte di credito, non espressamente previsti.

La società guidata da Massimo Sarmi ne offre due versioni collegate al Bancoposta, una standard (con canone annuo pari a 30,00 euro; gratuita ed esente da bollo per coloro che presentano un indicatore della situazione economica equivalente inferiore a 7.500 euro annui) ed una per i pensionati titolari di una rendita fino a 1.500 euro ogni trenta giorni (quota: 24,00 euro; senza costi a determinate condizioni).

È stata necessaria una convenzione per creare il “conto di base”
È stata necessaria una convenzione per creare il “conto di base”



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