Se il luogo de “L’infinito” (“Sempre caro mi fu quest’ermo colle…”) è stato danneggiato seriamente e la cittadina in cui è nato Giacomo Leopardi (Recanati, nel Maceratese) figura tra le numerose colpite dal terremoto di questi giorni, alcuni documenti dell’autore verranno portati in un posto sicuro.
Finora il materiale era custodito al Museo civico diocesano della vicina Visso, centro travolto pesantemente dal sisma. L’insieme -viene spiegato- fu acquistato nel 1869 dal sindaco, Giovanni Battista Gaola Antinori, per 400 lire e poi donato al Comune. Comprende sei idilli (tra cui una delle due uniche copie esistenti della poesia), i cinque sonetti scritti in persona di Ser Pecora fiorentino beccaio, l’epistola a Carlo Pepoli, la prefazione alla seconda edizione delle rime di Francesco Petrarca e appunto quattordici lettere, redatte tra il 1825 e il 1831, indirizzate all’editore Stella.
I reperti sono stati destinati a Bologna. Ad annunciarlo, il primo cittadino del capoluogo emiliano, Virginio Merola. Dall’epoca del 24 agosto, quindi dalle prime scosse decisive, la città felsinea ha instaurato un rapporto solidale proprio con Visso.