I postamat? Uno dei bersagli preferiti da truffatori informatici e scassinatori, tanto che non passa giorno senza che uno di questi apparecchi subisca un tentativo di violazione, non necessariamente portato fino in fondo. Resta comunque un problema: per questo Poste italiane sta pensando ad un nuovo modello, capace di integrare sempre più le caratteristiche bancarie con funzionalità e tecnologie innovative.
È quanto emerge da uno studio (“Atm: a look at the future and emerging security threats landscape” è il titolo, chissà perché in inglese), coordinato dalla fondazione Global cyber security center dello stesso operatore e svolto in collaborazione con una serie di realtà specializzate.
Gli esperti hanno esaminato gli attuali ed i futuri scenari di minacce, le tecniche e le tattiche adottate, le azioni da mettere in campo per proteggere gli impianti. La ricerca sottolinea la necessità di affrontare sfide legate ai prossimi protocolli di sicurezza, ai servizi disponibili per la clientela e all’uso sempre più frequente di terminali mobili, particolarmente esposti ad intrusioni illecite da parte di hacker sempre più sofisticati ed organizzati.
“Con questa iniziativa -ha detto il presidente della medesima Gcsec, Paolo Bruschi- Poste italiane consolida la sua leadership nell’innovazione e si conferma come polo di eccellenza internazionale”.