Una lettera viene spedita da Firenze a Vienna il 27 gennaio 1860 impiegando tre francobolli del Governo provvisorio: l’80 centesimi bistro carnicino e due esemplari del 20 verde grigiastro. Totale, 1,20 lire, esattamente quanto si prevedeva per un invio di doppio porto, cioè tra i dieci ed i venti grammi, avviato tramite la Svizzera e pagato fino a destino nell’ambito dell’Impero Austriaco. Sino al termine del febbraio, però, questo tassava per i diritti interni le corrispondenze provenienti dal Regno di Sardegna e dagli Stati filo-piemontesi. Lo conferma il “15” (neukreuzer) manoscritto: un trattamento per le missive dal peso entro i 17,5 grammi e distanza superiore ai 150 chilometri dal confine svizzero. I bolli impressi al verso mostrano il viaggio svolto: in transito a Milano e a Coira, l’arrivo nella capitale asburgica il 2 febbraio 1860. Questa volta, l’Austria percepisce due volte i suoi diritti, rileva l’esperto Mario Mentaschi: 15 neukreuzer dal destinatario e altrettanti dal Württemberg, cui sono stati riconosciuti dalla Svizzera 9 reinischkreuzer (equivalenti appunto a 15 neukreuzer). La Lega postale austro-tedesca prevedeva l’accredito elvetico al Paese di entrata della lettera, questa transitata dal Württemberg per sfruttare la ferrovia che, collegando Friedrichehafen ad Ulma e Vienna, rendeva più veloce il tragitto.
Una lettera provvisoria
27 Feb 2019 00:42 - NOTES ON CLASSICS FROM VACCARI
Affrancata con tre esemplari risorgimentali, la missiva fiorentina destinata a Vienna risulta gravata dei diritti interni austriaci