Un quarto di secolo dopo, il drammatico incidente atomico di Cernobyl non è mai stato così d’attualità. Assume quindi un significato particolare il francobollo (valore “H”, cioè 1.160 rubli locali) che Minsk emette oggi e nel quale, anche se scritta in caratteri cirillici, è evidente la parola “catastrofe”.
Secondo gli esperti, la Bielorussia è stato il Paese che più ha subìto le precipitazioni radioattive emesse dal 26 aprile 1986: hanno interessato il 23% del territorio, abitato da un quarto della popolazione. Giusto per fare un paragone, la Russia è stata toccata all’1,5%, l’Ucraina al 7%. (per il giro di boa, a livello postale Mosca non farà nulla mentre Kiev ha in programma due francobolli in data imprecisata). “Durante questi anni -viene sottolineato- la Bielorussia ha acquisito importanti esperienze scientifiche, pratiche, gestionali e professionali; un patrimonio di informazioni che ora può essere usato dall’intera umanità”. Quasi un’offerta -visto quello che è successo dopo l’11 marzo scorso- rivolta al Giappone.
A proposito di Giappone, adesso le difficoltà al traffico postale sono concentrate nella prefettura di Miyagi, precisamente nella costa che si affaccia sul Pacifico e nella relativa fascia interna. Oltre alle aree che attorniano la centrale nucleare di Fukushima, dove la popolazione è stata costretta o consigliata ad andarsene.
Japan post ha individuato uno schema per agevolare la consegna delle lettere a coloro che sono alloggiati nei centri di ricovero. Due i gruppi di informazione da indicare sul plico: prima l’indirizzo, completo di cap, della struttura di emergenza in cui il destinatario si trova; poi il nome di quest’ultimo, il suo recapito e possibilmente il numero di cellulare. Viene suggerito, in ogni caso, di verificare l’esatta ubicazione del destinatario prima di impostare gli oggetti, poiché i trasferimenti sono sempre possibili.