Aumentano i “bit”, persino nelle consegne. Anche perché -ammettono dal ministero alle Comunicazioni- “un numero sempre crescente di operatori sta progettando e avviando la fornitura al pubblico” di servizi di recapito a data o ora certa degli invii, generati elettronicamente con il supporto di tecnologie quali gps e gsm-gprs.
Da qui la decisione del dicastero di predisporre strade più agevoli, abolendo l’obbligo di usare l’abituale modulistica. In alternativa, sono ammessi strumenti di nuova generazione, purché “atti a provare sia il momento del prelievo presso il mittente, sia la data ovvero l’ora e la data di recapito dell’invio”, ai fini della tracciabilità e per dimostrare l’avvenuto recapito alle condizioni prestabilite contrattualmente con il cliente.
Cartacea o virtuale, la documentazione dovrà essere “registrata e conservata per almeno sei mesi a cura del fornitore del servizio”. Dando comunque la possibilità al mittente, e su richiesta al destinatario della corrispondenza, di accedere alle informazioni, anche tramite accesso al proprio sito web.