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editor Fabio Bonacina

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Non solo collezionista: Pietro Nissi si produce autonomamente i saluti allo scoperto. Partendo da foto e magari riflessioni proprie…

Pietro Nissi, naturalmente cartolinizzato
Pietro Nissi, naturalmente cartolinizzato

C’è chi le cartoline le cerca e le raccoglie, privilegiando certi soggetti o certi autori. E c’è chi le progetta, le stampa, le distribuisce e naturalmente le colleziona. Magari approfittando per aggiungere alle foto impiegate un proprio commento. Creando, insomma, cartoline che vogliono raccontare qualcosa. A questa categoria appartiene, senza dubbio, Pietro Nissi.

“Sono nato a metà del secolo scorso -spiega in questa intervista a «Vaccari news» il diretto interessato- e, come quasi tutti quelli della mia generazione, ho un’impostazione della vita molto tradizionalista, anche se ho fatto uno sforzo notevole per accostarmi alle nuove tecnologie. Per una mia predisposizione mentale sono da sempre alla ricerca di esperienze nuove, non necessariamente legate ad un ritorno economico. Quando da piccolo, in estate tornavo in Abruzzo al paese dei miei genitori, al divertimento preferivo aiutare parenti ed amici nel lavoro dei campi”.

Circa quindici anni fa c’è stato quello che definisce “il colpo di fulmine con le cartoline”. “Ho iniziato dopo aver terminato il ciclo come paroliere, ed ho capito subito che la nuova strada, per uno che aveva una piccola vita da raccontare, era più concretamente percorribile. Da allora ho prodotto oltre trecento cartoline, con una tiratura che va da duemila a cinquemila copie. Le distribuisco, gratuitamente, dove penso ci sia una manifestazione culturale attinente al tema trattato, oppure tramite associazioni, pro loco, teatri... Dopo questo primo «smistamento» acquisiscono vita autonoma e, seguendo mille strade, finiscono anche sulle bancarelle dei mercatini e negli album dei tanti collezionisti che io non posso raggiungere personalmente”.

L’esito? “Mi fa piacere vedere che, nel frattempo, le prime, quelle di difficile reperibilità, hanno raggiunto buone quotazioni nella contrattazione tra privati. Come tema ho trattato numerosi argomenti, spesso -anche se i messaggi possono essere autonomi- aiutandomi con piccole note che scrivo sul retro”.

Domanda banale, ma dovuta: cosa colleziona? “Colleziono cartoline, meglio se viaggiate. La complicazione è che queste cartoline le produco io. Quindi le seguo in tutte le fasi di lavorazione: dal progetto alla foto, dalla grafica alla stampa, dalla promozione alla distribuzione. Facendo da solo, ho dovuto accrescere le competenze personali, studiando anche fotografia e grafica. La soddisfazione è stata di essere diventato autonomo, dando alla luce un prodotto senza compromessi o intermediazioni, che incontra il gusto di fasce di pubblico diverse: dall’appassionato al semplice curioso”.

Perché le cartoline? “La produzione di cartoline mi ha dato modo di far convergere, nelle foto e negli scritti che spiegano le immagini, le esperienze trascorse. La mia cartolina è un piccolo megafono per le cose che ho da dire. Ogni stampa è una foglia di un albero che dà frutti diversi. È che nella vita lavorativa ho fatto un po’ di tutto. Dall’autista al cuoco, dall’investigatore privato con il brevetto di guardia del corpo all’organizzatore di catering, dal paroliere all’editore musicale. Tutte queste cose le facevo, seppur con mille sacrifici, al fine di produrre musicassette, lp, cd e stampe di partiture orchestrali. La musica mi ha da sempre accompagnato come altra grande passione”.

Qual è il suo obiettivo? “Mi piacerebbe che queste cartoline venissero raccolte in una pubblicazione. Sarebbe bello, anche in previsione di quando arriverà quel momento della vita in cui hai tanto da raccontare... e poca voglia di parlare. Mi basterebbe prendere il nipotino sulle ginocchia ed aiutarlo a sfogliare le pagine. In fondo, quello che vedrà, dopo mille trasformazioni, sarà anche la sua vita”.

Spesso i suoi lavori offrono al retro dei commenti. Ecco “Il portone chiuso” e, a fianco, “Vecchi amici”
Spesso i suoi lavori offrono al retro dei commenti. Ecco “Il portone chiuso” e, a fianco, “Vecchi amici”



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