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editor Fabio Bonacina

27098 news from 8/3/2003

Il francobollo da 1,29 euro dovuto a Sarah Lazarevic presenta la scrittrice, giornalista e femminista, vissuta tra il 1824 e il 1874

Julie-Victoire Daubié
Julie-Victoire Daubié

Nota per essere stata la prima donna a conseguire il baccalaureato, la scrittrice, giornalista e femminista Julie-Victoire Daubié dedicò la vita alla difesa dell’uguaglianza tra donne e uomini, sia in termini di diritti civili, sia di istruzione scolastica. L’11 marzo (l’8 la prevendita) è stata celebrata da un francobollo di Francia che richiede 1,29 euro. È opera di Sarah Lazarevic.

La protagonista, classe 1824, frequentò le elementari, ma approfittò delle lezioni private impartite ai fratelli per imparare il latino. All’età di vent’anni ottenne il “brevet de capacité”, un diploma che l’autorizzava all’insegnamento. Divenne precettrice a Docelles, a Friburgo, poi a Parigi, dove insegnò il programma dei licei ai figli del governatore della Banca di Francia e dove seguì i corsi al Museo di storia naturale. Nel 1860 si iscrisse appunto agli esami di baccalaureato a Lione, conseguendo il diploma il 17 agosto 1861. Durante l’assedio di Parigi, partecipò alla commissione educativa congiunta istituita dal politico Jules Ferry. Nel 1871 fondò l’Associazione per il suffragio femminile; lo stesso anno divenne la prima laureata in Lettere. Si ritirò poi a Fontenoy-le-Château (dipartimento dei Vosgi), dove preparò la sua tesi di dottorato sulla condizione della donna nella società romana. Morì al tavolo di lavoro il 25 agosto 1874.

Tra le sue pubblicazioni, “Du progrès de l’enseignement primaire: justice et liberté”, “De l’enseignement secondaire pour les femmes”, “La femme pauvre au XIX siècle”, “L’émancipation de la femme”.


Il francobollo riguarda l’Associazione che segue il settore, fondata tre anni fa e attualmente presieduta da Massimo Caputi

Il logo dell’Associazione marchi storici d’Italia in evidenza su un fondino che armonizza le tinte del drappo nazionale con i due colori del sodalizio, il grigio e il blu, reso dinamico dal movimento delle linee grafiche, “a rappresentare l’evoluzione costante dei marchi storici”. Vi ha lavorato Massimiliano Assi. La domanda viene spontanea: ma davvero non c’era una alternativa migliore?

Inserito nella serie “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico”, il dentello odierno è stato stampato in duecentomilaquattro esemplari autoadesivi allestiti in fogli da ventotto; il valore nominale è sostituito dalla lettera “B”: dà la possibilità di spedire una cartolina o una lettera ordinaria nei venti grammi all’interno dei confini nazionali e quindi costa 1,25 euro. L’annullo primo giorno si trova al Roma Vr in piazza San Silvestro 19.


“Potenziare l’immagine e il ruolo dell’imprenditoria italiana”

“Il marchio originario di un’azienda -annota nel bollettino il presidente, Massimo Caputi- rappresenta un patrimonio di valore inestimabile, ed è ancora oggi quel «sigillum» che sin dall’Antichità era portatore di un valore fondativo, un marchio di origine che si è presto trasformato in un simbolo rappresentativo, raccontando storie di «genius loci» e leggende”. Col tempo, la loro produzione divenne essa stessa un’arte grafica, una testimonianza dell’evoluzione stilistica, evolvendo in un’immagine concreta che incarna i valori ideali di una realtà tangibile: un patrimonio di conoscenze, competenze, obiettivi, storia, organizzazione e comunicazione che costituiscono un’identità aziendale unica e irripetibile.

I marchi storici continuano a raccontare queste vicende ogni giorno, evocando emozioni, ricordi e il desiderio di preservare la tradizione nel contesto del cambiamento e dell’innovazione. “È questa l’essenza… preservare la loro cultura d’impresa, bagaglio nazionale di valori, eccellenza e qualità”.

Con tale visione, nel 2021 si è costituita l’Associazione marchi storici d’Italia, su iniziativa di otto soci fondatori (Antinori, Benetton, Conserve Italia, Ekaf, Gabetti, Inghirami, Lucano 1894, Terme di Saturnia) con il fine di promuoverne l’importanza strategica e dare loro impulso quale leva di competitività e internazionalizzazione, contribuendo a “potenziare l’immagine e il ruolo dell’imprenditoria italiana nel mondo”.

Anche oggi un’emissione…
Anche oggi un’emissione…

Richiesto da Noi rete donne, verrà impiegato domani a Roma; si aggiunge a quello del primo giorno per il francobollo dedicato alla pedagogista, emesso l’8 marzo

Non solo il francobollo “B” emesso l’8 marzo. Per la pedagogista, saggista e scrittrice Elena Gianini Belotti, vissuta tra il 1929 e il 2022, è previsto un ulteriore annullo (quindi si aggiunge a quello del primo giorno), programmato per domani.

Sara disponibile a Roma nello spazio allestito in largo Argentina 11, dalle ore 17 alle 19. Richiesto da Noi rete donne, intende valorizzare il convegno, organizzato insieme alla Fondazione “Ernesta Besso”, intitolato “Dalla parte delle bambine e dei bambini. Attualità del pensiero di Elena Gianini Belotti”.

Tra gli interventi annunciati, quello della responsabile presso il Museo storico della comunicazione, Graziella Rivitti.

L’appuntamento è per domani pomeriggio a Roma
L’appuntamento è per domani pomeriggio a Roma

Entrata nella struttura lungo il 1999, ora ha emesso un francobollo per il quarto di secolo. È di estrema attualità, pensando a quanto sta accadendo ai suoi confini

Nella Nato dal 1999
Nella Nato dal 1999

Un anniversario che, probabilmente, in altri contesti storici sarebbe passato quasi inosservato. In realtà, con la guerra ai confini del Paese e l’attuale dibattito su come aiutare l’Ucraina attaccata dalla Russia, il ricordo rappresenta un’emissione molto attuale.

Protagonista della notizia è il francobollo di Polonia dedicato ai venticinque anni di adesione all’Organizzazione del trattato dell’Atlantico del Nord. Ovvero, alla Nato.

Emesso il 12 marzo, ha coinvolto per l’immagine Jarosław Ocendzan. Mostra il semplice logo ideato per il giro di boa e il contrassegno indicante il servizio postale prioritario “M”; ora agli sportelli la carta valore è ceduta contro il pagamento di 5,40 zloty.


La mostra, accolta fino al 7 aprile presso il Museo degli innocenti, permette di ammirare dal vero alcune sue opere riprodotte nei francobolli

Resta aperta fino al 7 aprile
Resta aperta fino al 7 aprile

Scoprire i dipinti dal vero, quelli che si conoscono nel piccolo formato perché visti sui francobolli presenti nella raccolta, è sempre una rivelazione. Il Museo degli innocenti a Firenze sta offrendo (fino al 7 aprile) la possibilità di apprezzare alcuni lavori firmati da uno dei maestri del Liberty, vissuto dal 1860 al 1939. È la mostra “Alphonse Mucha. La seduzione dell’Art nouveau”.

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio Novecento, Parigi è considerata il centro del mondo artistico. Rappresenta la cosiddetta Belle époque, c’è un grande entusiasmo, e il pittore ceco, anche grazie all’incontro con l’attrice Sarah Bernhardt, diventa il più famoso e conteso dell’epoca. Le opere, le illustrazioni, i poster teatrali e la nascente pubblicità sono accessibili a tutti. L’arte prodotta in serie lo attrae, perché può raggiungere e ispirare più persone. Nei manifesti per biciclette, birra, biscotti, profumi e sigarette rende “meno netta la barriera tra belle arti e arte commerciale”. Con lui emerge “una nuova forma di comunicazione: la bellezza di fanciulle in fiore, ritratte in una commistione unica tra sacro e profano, voluttuose e seducenti figure, rappresentate con uno stile compositivo unico”; costituiscono le caratteristiche del famoso “stile Mucha”.

Curato da Tomoko Sato in collaborazione con Francesca Villanti, il percorso, tematico e cronologico, presenta oltre centosettanta opere: manifesti, libri, disegni, olii e acquarelli, oltre a fotografie, gioielli, decorazioni; un nucleo di lavori italiani (riferiti soprattutto al fiorentino Galileo Chini) racconta la relativa evoluzione registrata nel Bel Paese.

Richiami postali, ma sono solo esempi, si possono trovare con le litografie a colori “Gismonda” del 1894 e “Job” di due anni dopo. Rispettivamente riprese dalla Repubblica Ceca (taglio “E” del 26 maggio 2010) e da Gibuti (250 franchi del 13 marzo 2020). Egli -non va dimenticato e pure il catalogo dell’esposizione lo cita- disegnò direttamente anche francobolli, fra cui la serie ordinaria con il castello di Praga che, nel 1918, aprì il capitolo delle cartevalori emesse dalla nuova Cecoslovacchia.

Le litografie “Gismonda” del 1894 e “Job” del 1896 (© Mucha trust 2023) associate ai due francobolli che le riprendono di Repubblica Ceca (emesso il 26 maggio 2010) e Gibuti (13 marzo 2020)
Le litografie “Gismonda” del 1894 e “Job” del 1896 (© Mucha trust 2023) associate ai due francobolli che le riprendono di Repubblica Ceca (emesso il 26 maggio 2010) e Gibuti (13 marzo 2020)

Singapore - Anche Singpost ha aderito al programma per diffondere tali apparecchi sul territorio: interviene l’addetto che si trova come massimo a un chilometro e mezzo dalla vittima

A Singapore anche i postini coinvolti nel Programma di defibrillatore automatico esterno su ruote della Singapore civil defence force. L’operatore SingPost ha messo a disposizione venticinque veicoli, costituiti da undici furgoni e quattordici tricicli, dotandoli di defibrillatore, cassetta per il pronto soccorso ed estintore. Altrettanti autisti hanno seguito corsi di formazione.

Tale iniziativa aumenta l’offerta di apparecchi al servizio della comunità che si possono utilizzare sul luogo in cui si trova la vittima di un arresto cardiaco e aiutarla, aumentando le sue possibilità di sopravvivenza.

Il programma è stato sperimentato per la prima volta nel novembre del 2015 con cento taxisti. Visto il successo riscontrato, in seguito è stato ampliato coinvolgendo veicoli a noleggio, minibus, mezzi per le consegne o privati. Un’applicazione chiede al guidatore di intervenire nel momento in cui emerge una richiesta nell’ambito del chilometro e mezzo di distanza.

Una prova che coinvolge addetti di Singpost
Una prova che coinvolge addetti di Singpost


Ritrovata una copia, nella seconda edizione, del catalogo firmato da Giuseppe Gaggero e Renato Mondolfo, “Le collettorie postali del Regno d’Italia”

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Di Giuseppe Gaggero e Renato Mondolfo
Di Giuseppe Gaggero e Renato Mondolfo

“Sono molti i Paesi nei quali, oltre agli uffici postali ordinari suddivisi in varie classi o categorie, hanno funzionato o tuttora funzionano dei particolari stabilimenti «rurali», istituiti presso piccoli centri ed abilitati a compiere solo le operazioni più semplici. Nulla, in questo particolare campo, è più interessante della raccolta dei bolli di cui furono dotati i «servizi di posta rurale» esistenti in Italia”.

Lo scriveva, nell’ottobre del 1970, Alberto Diena come prefazione. Prefazione confermata nella seconda edizione uscita dieci anni dopo, di cui è stata trovata una copia. È il volume di Giuseppe Gaggero e Renato Mondolfo “Le collettorie postali del Regno d’Italia”.

Le 384 pagine di formato “A4” con immagini anche a colori (30,00 euro) intendono rappresentare il catalogo dei bolli e degli annullamenti che caratterizzarono tale supporto. Si apre con i documenti ufficiali e il dettaglio dedicato ai vari tipi: lineari corsivi, ottagonali, cilindrici con “curvette”, quadrati; sono stati aggiunti quelli di specie diverse, i ferroviari, di messaggeri e corrieri.

Il cuore del lavoro è costituto appunto dal mercuriale, organizzato per regione con le valutazioni su undici livelli; una seconda lista offre i dati storico-postali. L’appendice elenca le impronte allora non rintracciate.


Sono i più giovani che, potendo, vorrebbero cambiare i tempi di apertura degli uffici postali. Emerge dall’indagine “Aspetti della vita quotidiana”, dovuta all’Istituto nazionale di statistica

Il giudizio di chi impiega un qualsiasi servizio è fondamentale. Non a caso, anche questo argomento è stato affrontato dall’indagine “Aspetti della vita quotidiana”, firmata dall’Istituto nazionale di statistica.

Nel 2023 il 63,9% degli utenti dà un giudizio positivo sulla comodità dell’orario di apertura degli sportelli postali, in lieve aumento rispetto all’anno precedente (1,5%). Non ci sono significative differenze di genere, mentre sono rilevanti quelle relative all’età degli individui. Al crescere dell’esperienza, infatti, aumenta la soddisfazione per l’orario: gli utenti più giovani mostrano gradimento nel 46,6% dei casi, mentre tra gli interlocutori con 65 anni e più si oltrepassa il 60%.

A livello territoriale tale apprezzamento si manifesta in particolare nelle regioni del Mezzogiorno. Le quote più alte di persone che considerano l’attuale orario comodo si riscontrano, in ordine decrescente, nel Sud (66,9%), nel Centro (66%) e nelle Isole (64,2%). La Puglia raggiunge il picco maggiore con il 73,8%.

Il 35,2% dei maggiorenni non vorrebbe cambiare l’orario, mentre il 38,1%, avendone la possibilità, preferirebbe una revisione; questa esigenza è più sentita da coloro che hanno tra i 25 e i 59 anni (sopra il 42%), mentre tra i più anziani meno di 3 persone su 10 percepiscono tale bisogno.

La quota di quanti vorrebbero modificarlo rimane stabile nel tempo fino al 2015, anno in cui si assiste a una decisa diminuzione, “probabilmente legata -riflettono dall’Istat- alla maggiore flessibilità e modernizzazione introdotta negli uffici postali”. Il livello di scontento ritorna a crescere nel periodo pandemico.

Gli utenti residenti nel Nord esprimono nel 43% circa dei casi la necessità di ripensare l’apertura, mentre al Sud questa esigenza è manifestata dal 30% degli intervistati. Nei comuni capoluogo di area metropolitana vorrebbe cambiare il 44,2% della clientela (fine).

Durante la pandemia, il livello di scontento circa gli orari degli uffici postali ritornò a crescere (foto del 2020)
Durante la pandemia, il livello di scontento circa gli orari degli uffici postali ritornò a crescere (foto del 2020)

Quante persone, a che età e in che aree raggiungono gli uffici postali? Le risposte nell’indagine “Aspetti della vita quotidiana”

Nel 2023 poco meno del 60% dei maggiorenni intervistati è andato all’ufficio postale (28 milioni e 600mila persone); nel 2003 recarvisi era una consuetudine per il 73,9% della popolazione con un calo, vent’anni dopo, di 5 milioni di utenti. Lo si legge nell’indagine “Aspetti della vita quotidiana”, dovuta all’Istituto nazionale di statistica.

Questa tendenza -si legge- “è certamente legata alla crescita dell’uso dei servizi digitali di vario tipo”. Il superamento dell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus “ha ripristinato in parte le abitudini di accesso fisico”, ma senza tornare al passato.

Donne e uomini ci vanno in egual misura, tuttavia fino ai 54 anni di età si tratta di un’abitudine più che altro femminile. Dai 60, invece, diventa più alta per gli uomini, in virtù di un effetto generazionale che determina una loro maggiore propensione a occuparsi di queste pratiche e che li conduce, dopo i 75 anni di età, a superare le donne di oltre 16 punti percentuali.

Tra i residenti del Centro-Nord vi si reca circa il 60% delle persone, frequenza che scende al 56,8% fra coloro che si trovano nel Sud e al 51% per le Isole. In Sicilia si evidenzia una situazione di minore affluenza (48,1%), mentre il livello massimo di accesso è dell’Abruzzo (67,1%).

Il supporto per il quale è più elevata la percentuale di quanti attendono oltre venti minuti è il ritiro delle pensioni, dichiarato dal 48,3% degli utenti in media nazionale. Oltre la metà degli interessati in Sicilia attende più di venti minuti per tutte le prestazioni, mentre per il solo ritiro dei vitalizi la quota raggiunge il 66% (continua).

Il punto dell’Istat sulla frequentazione degli sportelli postali
Il punto dell’Istat sulla frequentazione degli sportelli postali


Realizzata dall’Istituto nazionale di statistica, affronta principalmente tre servizi: azienda sanitaria, anagrafe e posta

Conta 14 pagine
Conta 14 pagine

È dell’Istituto nazionale di statistica l’indagine “Aspetti della vita quotidiana”, dedicata ai servizi di pubblica utilità e di come sono stati percepiti nel 2023, raffrontando i dati raccolti con quelli registrati due decenni prima. La conclusione è che essi sono -annota l’Istat- “sempre meno utilizzati nel tempo: in calo la soddisfazione per gli orari di apertura”.

Tre i riferimenti principali considerati nelle 14 pagine del rapporto: l’azienda sanitaria locale, l’anagrafe, l’ufficio postale. La quota di utenti maggiorenni che si reca in tali sedi ha subìto una progressiva contrazione negli ultimi vent’anni (rispettivamente -16%, -28% e -14%), ma è stabile rispetto al 2022. La frequentazione dell’Asl o della posta aumenta al crescere dell’età degli utenti, mentre ai servizi anagrafici ricorrono di più gli individui di 35-44 anni.

Quanto all’accessibilità, “permane una forte differenziazione… le famiglie residenti nel Mezzogiorno mostrano maggiori difficoltà rispetto al resto del Paese” (continua).



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