Orlando Orlandi Posti nacque a Roma il 14 marzo 1926. Dopo l’8 settembre 1943 aderì al Partito d’azione e fu uno degli animatori dell’Associazione rivoluzionaria studentesca italiana. Il 3 febbraio 1944 salvò i suoi compagni da una retata dei tedeschi nel quartiere Montesacro, ma cadde nelle mani delle Ss. Rinchiuso nel carcere di via Tasso, fu fucilato il 24 marzo alle Fosse ardeatine.
Di lui rimangono le testimonianze spedite dal carcere, raccolte nel libro “Roma ‘44” (Donzelli, 390 pagine, 15,00 euro). Nel buio della prigione, torturato, morso dalla fame, tra momenti di sconforto e abbattimento e altri di improvvisa speranza e fiducia, in cui si slancia in piani di studio e di lavoro per il futuro, cerca il contatto con l’esterno, con la madre, con la fidanzata Marcella. E allora scrive, racconta di sé, di quello che sta vivendo, di quello che prova, e lo fa sfruttando pezzetti di carta che nasconde nella biancheria da lavare. I piccoli fogli, delle corrispondenze, che compongono questo diario sono la testimonianza di una apparente, drammatica, “quotidianità”.
La vicenda è stata portata alla luce dalla Fondazione archivio diaristico nazionale onlus di Pieve Santo Stefano (Arezzo) e pubblicata una prima volta nel 2004 con la curatela di Loretta Veri. La nuova edizione è arricchita dagli interventi della stessa specialista e degli storici Camillo Brezzi e Umberto Gentiloni Silveri; inoltre, offre un’introduzione firmata da Alessandro Portelli, che a quei tragici eventi del 1944 ha dedicato il volume “L’ordine è già stato eseguito”.
La Federazione sportiva svizzera di tiro ha raggiunto i due secoli; con i suoi 130mila membri, rappresenta, nel comparto, il quinto sodalizio del Paese. Paese che gli ha dedicato un francobollo da 1,20 franchi. Dovuto a Erich Brechbühl, propone il classico bersaglio; mostra sei fori, quattro dei quali che lo centrano. Il dentello sarà in prevendita dal 25 aprile, arrivando ai restanti sportelli il 2 maggio.
Diverse le curiosità rivelate. Nel 1937, ad esempio, gli atleti tornarono a casa dalla Finlandia con un premio vivente per il primo posto conquistato nel tiro con carabina militare ai Campionati mondiali. Si trattava di un cucciolo d’orso, cui fu dato il nome Ameko, composto dalle iniziali dei nomi dei vincitori; visse fino al 1942 nello zoo di Zurigo.
Ai Giochi di Tokyo del 2021 Nina Christen ha conquistato una medaglia d’oro e una di bronzo per la carabina ad aria compressa e le tre posizioni. È stato un esito storico, poiché l’allora ventisettenne è risultata la prima connazionale a raggiungere la vetta olimpica. L’ultima affermazione in tale contesto risaliva al 1948 con Emil Grünig.
La Nazionale ora conta sedici donne e nove uomini; nelle manifestazioni giovanili di allenamento presso gli impianti regionali attualmente risultano, nell’ordine, ventidue e dieci.
Per trenta mesi sarà Atitech ad occuparsi della manutenzione sull’intera flotta di “B-737-400”, velivoli in uso presso la compagnia aerea del gruppo Poste italiane, Poste air cargo. “È il consolidamento di una partnership”, ha commentato il presidente e amministratore delegato della stessa Atitech, Gianni Lettieri. La collaborazione, infatti, è iniziata oltre un decennio fa. Negli ultimi due anni ha completato oltre trenta interventi manutentivi pesanti ed è in grado di realizzare qualsiasi tipo di operazione, fra cui la conversione da velivolo passeggeri a merci negli hangar di Napoli Capodichino. Nell’impianto partenopeo e in quello di Roma Fiumicino la ditta fornisce servizi per la manutenzione di base, la progettazione tecnica, le soluzioni di design aeronautico e le attività di officina. I suoi nove hangar accolgono un parco clienti di oltre cento interlocutori tra compagnie aeree, enti istituzionali e governativi.
Nuovo appuntamento della Francia con la ricostruzione della parigina Notre-Dame dopo l’incendio del 15 aprile 2019. Dal 2020, il Paese ha dedicato ogni anno un’emissione ai suoi tesori. La tappa attuale data 15 aprile (il 12 la prevendita) ed è l’ultima: la riapertura della sede è prevista per dicembre. Il blocco costa 1,96 euro e porta il nome di Sarah Bougault, la quale ha lavorato su foto di Pascal Lemaître.
L’attenzione è stata fissata sulla struttura portante: sostiene la copertura in piombo che protegge le volte dalle intemperie. Invisibile a fedeli e visitatori, è lunga cento metri e alta dieci; fu costruita nei secoli XII e XIII. Subì diverse riparazioni durante il Medioevo, la principale delle quali risale al 1378. Nel XIX, gli architetti Jean-Baptiste-Antoine Lassus ed Eugène Viollet-le-Duc la restaurarono e costruirono una nuova guglia.
Dopo il disastro di cinque anni fa, la decisione di rifarla in modo quasi identico. Lo studio approfondito e la datazione dei resti carbonizzati sono stati condotti da una sessantina di ricercatori specializzati nel legno, dagli archeologi ai climatologi. Allo stesso tempo, esperti hanno esaminato i documenti e le note di calcolo che consentono ai carpentieri di stabilire la disposizione dei diversi pezzi. Per l’obiettivo, circa millequattrocento querce provenienti dai boschi nazionali sono state potate utilizzando una tecnica mista che unisce segatura meccanica e squadratura manuale. Prima di essere trasportate sul posto, le parti del telaio sono state assemblate a terra per verificarne la precisione.
Con il completamento di tale impalcatura, la cattedrale ritrova la sagoma leggendaria, stagliata contro il cielo di Parigi.
Lettere anonime estremamente personali. È l’estrema sintesi del film “Cattiverie a domicilio”, segnalato dal lettore di “Vaccari news” Matteo Bottari e da domani sul grande schermo. Vede in regia Thea Sharrock.
La storia -inconsueta, ma vera- è ambienta lungo il 1922 in una cittadina affacciata sulla costa meridionale del Regno Unito, teatro di un farsesco e a tratti sinistro scandalo. Segue le vicende di due vicine di casa: Edith Swan (interpretata da Olivia Colman), originaria del posto e profondamente conservatrice, e Rose Gooding (Jessie Buckley) turbolenta immigrata irlandese.
Dopo che la prima e altre abitanti iniziano a ricevere missive oscene piene di scabrosità involontariamente esilaranti, le attenzioni ricadono sulla sboccata Rose, che viene accusata del reato e si arriva al processo. Quando però le signore -guidate dalla poliziotta Gladys Moss (Anjana Vasan)- decidono di indagare sul fatto, iniziano a intuire che manchi qualche tassello e che, in fin dei conti, la sospettata potrebbe non essere la colpevole.
Mentre “La repubblica”, con Filippo Ceccarelli per la rubrica “Indizi neurovisivi”, citava il dentello dedicato a Enrico Mattei (era il 29 marzo, si ringrazia Sergio De Benedictis), il “Corriere della sera” firmava insieme a Poste italiane un’inconsueta iniziativa, per alcune immagini citando il Museo storico della comunicazione.
Sono inserti contenenti da una parte delle edizioni storiche, dall’altra approfondimenti più o meno pubblicitari in favore dell’azienda guidata da Matteo Del Fante. Dando parecchio spazio: ogni volta compaiono un testo introduttivo di Peppe Aquaro e altre due pagine illustrate, mostrando francobolli, foto e oggetti.
Il percorso -su cui è intervenuto anche l’Archivio storico dell’azienda- si è sviluppato per quattro settimane con otto puntate. Questi gli argomenti affrontati: la pandemia da coronavirus (20 marzo), la Grande guerra (21), la posta e i francobolli (27), il passaggio dalla lira all’euro (28), lo sport (3 aprile), le donne e la Repubblica (4), le emergenze (10), il progetto “Polis - Case dei servizi di cittadinanza digitali” (11).
Un argomento sempre di drammatica attualità: è la vita delle api, e “La vita delle api” è il titolo della serie che Man ha sottoscritto il 12 aprile. L’occasione è stata offerta dal secolo e mezzo raggiunto dalla British beekeepers association. Sei i francobolli, progettati dallo specialista nel settore Benedict Glazier di Glazier design in collaborazione con l’ispettore Harry Owens e con Ejc design; raccontano gli abitanti di un alveare e quanto vi gira intorno: l’ape operaia (figura nell’85 pence), il fuco (1,28 sterline) e la regina (1,60), nonché il loro lavoro (lo stesso nominale), i prodotti (2,31) e i custodi umani (3,21). Ai fogli da venti uguali si aggiunge una confezione dedicata al citato sodalizio con le cartevalori autoadesive (20,00). L’azione tempestiva del Governo locale -è la nota- per vietare l’importazione di api, attrezzature o prodotti stranieri mediante il Bee disease act del 1987 (e successivi aggiornamenti), pone l’isola in una posizione unica, fornendo un ambiente che non è influenzato da malattie e parassiti presenti nel Regno Unito e in tutta l’Europa continentale.
Disponibile dal 13 aprile (“Giornata dei lavoratori nell’industria della difesa”), è la serie “Armi della vittoria. Made in Ucraina”. Si aggiunge all’emissione del 29 settembre scorso in cui venivano enfatizzate quelle giunte dagli alleati. Il nuovo titolo -precisano da Kiev- è dedicato alla produzione nazionale più recente; con essa le forze di sicurezza e di difesa si oppongono al nemico e proteggono la vita degli abitanti. Sono sei francobolli che citano il velivolo senza pilota “Shark”, creato per l’osservazione e la regolazione del fuoco; l’aereo tattico-operativo d’urto, anch’esso autonomo, “Lyutyi”, che colpisce bersagli fissi ma in profondità; uno dei più grandi droni con vista in prima persona “Eskadron”; il semovente d’artiglieria “Bogdana”, progettato per il calibro standard di 155 millimetri impiegato dai Paesi Nato; il veicolo corazzato “Kozak” per il trasporto di personale, armi e equipaggiamento; il drone marittimo “Magura V5”, un dispositivo robotizzato senza pilota utile per sorveglianza, ricognizione, pattugliamento, operazioni di ricerca e salvataggio, sminamento, protezione navale e missioni di combattimento. Il primo e l’ultimo dentello sono degli “F”, ora da 30,00 grivnia; i restanti degli “U”, che ne costano 15,00. Tutti sono gravati di un balzello per la causa da 5,00. Vi hanno lavorato Oleksandr e Serhii Kharuk.
“Il patrimonio artistico e culturale italiano”: è la serie fotografica emessa oggi, articolata in cinque francobolli “B” da 1,25 euro (consentono di spedire una cartolina o una lettera ordinaria nei venti grammi in regime domestico). Ogni esemplare è stato prodotto in duecentocinquantamilaventi esemplari autoadesivi, organizzati in fogli da quarantacinque. Le vignette, sempre dovute a Tiziana Trinca, sono accomunate dalla stessa impostazione grafica: mostrano, in alto a destra, una maschera, tipica sia dei drammi che delle commedie. Raffigurano particolari o vedute dall’alto degli impianti individuati. Questi sono il teatro Romano di Lecce, il Greco di Segesta (Trapani), il Greco di Siracusa nel centodecimo anniversario del primo ciclo di spettacoli classici, l’anfiteatro Romano di Suasa (Ancona), il Romano di Volterra (Pisa). Nell’ordine, gli annulli del primo giorno si trovano presso gli uffici postali Lecce Centro (è ubicato in piazza Libertini 5), Calatafimi-Segesta (via Segesta 2), Siracusa 2 (via Piave 116/a), Castelleone di Suasa (corso Marconi 40), Volterra (piazza dei Priori 14). Il 20 aprile a Suasa verrà impiegato un altro manuale. Multiple pure le firme che compaiono sui bollettini illustrativi: le hanno apposte rispettivamente il direttore generale musei al ministero della Cultura Massimo Osanna, il direttore del Parco archeologico di Segesta Luigi Biondo, la consigliera delegata dell’Istituto nazionale del dramma antico Marina Valensise, Abaco società cooperativa, il sindaco Giacomo Santi.
“È tutto ciò di cui hai bisogno nella vita: un computer, una macchina fotografica e un gatto”. La frase è della fotografa, regista e artista visiva Agnès Varda, al centro di un francobollo con il micio Zgougou; l’immagine è di Didier Doussin. Da 1,96 euro, il dentello è stato emesso in Francia il 2 aprile (la prevendita risulta avviata il 29 marzo) per ricordarla a cinque anni dalla morte.
“Non ha smesso mai di aprire nuove porte e di sperimentare diversi mezzi espressivi, spinta dall’urgenza, disse, «di catturare il momento fragile e magnifico»”. Lo annota da Parigi Fabienne Azire. Il suo personalissimo lavoro “racconta il più delle volte momenti di esistenza, dalla difficoltà del vivere al giubilo della felicità”.
Classe 1928, si interessa inizialmente al mondo degli scatti. Nel 1954 passa ai film, debuttando con “La pointe courte”, una pellicola radicale, foriera della “Nouvelle vague”, in cui crea il proprio linguaggio. Liberandosi dai codici dell’epoca, reinventa la costruzione del racconto, abbattendo le barriere tra documentario e finzione. In totale firma oltre quaranta tra cortometraggi e lungometraggi. Affronta temi difficili: la causa femminista proponendo “Una canta, l’altra no” (1977), la situazione dei poveri con “Senza tetto né legge” (1985), il consumismo attraverso “La vita è un raccolto” (2000)... Tutt’altro che moralista, ancorata al suo tempo, vuole promuoverne le cause, con un equilibrio tra la realtà oggettiva e la soggettività della fantasia. “Garage Demy” (1991) è dedicato al marito e complice Jacques Demy: apre la via della memoria intima.
Nel 2003, invitata alla Biennale di Venezia, inizia una nuova carriera puntando all’installazione d’arte contemporanea.
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