Il Consiglio federale condivide l’obiettivo dell’iniziativa popolare “Per una Posta forte”: garantire un servizio universale capillare, di alta qualità e accessibile a tutti i gruppi della popolazione, comprendente sia prestazioni postali sia di pagamento, e assicurarne il sostegno economico. Però, è dell’opinione “che questi obiettivi vengano anche raggiunti con la nuova legislazione postale approvata dal Parlamento nel dicembre 2010 (entrerà in vigore alla metà del 2012, ndr), oltretutto in maniera più flessibile e senza intaccare la libertà imprenditoriale della Posta”. Così si esprime l’Esecutivo elvetico rispondendo al progetto referendario sottoscritto negli ultimi mesi dell’anno scorso da Sindacato della comunicazione, Unione sindacale svizzera e Partito socialista. “Obbligare la Posta, come chiesto dai promotori dell’iniziativa, a gestire gli uffici postali con personale proprio impedirebbe la realizzazione di soluzioni flessibili e adeguate alle esigenze della clientela, come le agenzie, e non creerebbe valore aggiunto per i consumatori”. Aggiungendo che l’ampliamento dell’attività finanziaria di Postfinance fino alla possibilità di offrire a proprio nome ipoteche e prestiti, più volte respinta dal Consiglio federale e dal Parlamento, “non è uno strumento idoneo a garantire il finanziamento del servizio universale”. Per questo “propone alle Camere federali di respingere l’iniziativa popolare «Per una Posta forte» senza elaborare un controprogetto”. A ruota giunge la replica di Syndicom. Secondo il quale, con il suo “no” il Consiglio federale “rinuncia a rafforzare il servizio pubblico in Svizzera. Una rete di uffici postali estesa in tutto il Paese, anche nelle regioni periferiche, viene assicurata solo a fronte di un ancoraggio dei rispettivi principi all’interno della Costituzione federale. Solamente con l’iniziativa popolare si garantisce che del personale altamente qualificato eroghi delle prestazioni postali per tutti gli abitanti anche in futuro. E solo la proposta per l’iniziativa popolare assicura che la Posta pubblica possa gestire una banca postale in grado di offrire dei servizi finanziari vantaggiosi in tutto il Paese per i cittadini e le imprese di dimensioni medio-piccole”. Il Governo “non si prodiga a favore del servizio pubblico. Incoraggia i soggetti privati interessati -in primis Economiesuisse (la Federazione delle imprese svizzere, ndr)- a intensificare i propri sforzi volti alla privatizzazione della Posta svizzera e alla liberalizzazione del mercato postale”. Per questo Syndicom “si prepara in modo più deciso alle deliberazioni parlamentari sulla sua iniziativa e alla consultazione popolare… Il grande successo della raccolta delle firme -le oltre 100.000 firme necessarie sono state raccolte a tempo di record- è un chiaro segnale che l’ancoraggio di una Posta forte all’interno della Costituzione federale ha delle buone possibilità anche nelle urne”. Di tutt’altro segno è il commento di Economiesuisse, che parla di “iniziativa ingannevole”, perché si tradurrebbe “in una riduzione degli orari d’apertura, in un deterioramento della qualità dei servizi e in un aumento dei prezzi”. “Ricordiamo che lo scopo del mandato del servizio universale non è, in sé, quello di mantenere in vita degli uffici postali, bensì quello di preservare l’offerta attuale di servizi postali. Quando questi servizi vengono offerti mediante agenzie, i clienti postali beneficiano sia di orari d’apertura più estesi, sia di un’offerta di prossimità”. Nelle regioni periferiche in particolare, sia la Posta sia le agenzie -una farmacia o una panetteria, ad esempio- che operano in sinergia, hanno maggiori opportunità di restare durevolmente redditizie. “Proibire soluzioni efficaci come queste ultime danneggerebbe gli interessi della clientela in generale e quelli della Posta in particolare”. Inoltre, la banca di cui si chiede la creazione “è tutto tranne uno strumento adeguato per garantire il finanziamento dell’approvvigionamento di base. Questi finanziamenti incrociati sono del resto economicamente dannosi e occorre evitarli”.
Il Governo svizzero: meglio la legge del referendum
28 Giu 2011 20:16 - FROM ABROAD
Il Consiglio federale propone alle Camere di respingere l’iniziativa popolare “Per una Posta forte”. Le reazioni di Syndicom ed Economiesuisse