Perché san Paolo continuava a scrivere ai corinzi senza ottenere risposte? Perché all’epoca non c’era ancora Poste italiane. A sostenerlo è Giorgio Palmisan (l’attore Paolo Rossi), che nel film “Benvenuti al nord”, da ieri sul grande schermo dove ha incassato già 1.320.790 euro, ha il compito del rinnovatore, per poi fuggire dai delegati meridionali dell’azienda a bordo di un elicottero con pubblicità del corriere espresso.
Entro un anno deve estendere in tutti gli uffici del Paese il piano Erpes (ma nella versione giapponese -ammette- suonava meglio, “Banzai”), acronimo che sta per “efficienza, rapidità, puntualità, energia e sorriso”. Per la prima volta il progetto viene applicato al Milano Cordusio. Sotto ai maestosi dipinti di Giovanni Brancaccio e Luigi Filocamo, i clienti, accompagnati dalle note della wagneriana cavalcata delle valchirie, piombano nell’ambiente e dietro agli sportelli trovano una sterminata batteria di addetti, collegati con le cuffie alla centrale, che effettuano le varie operazioni cronometrandole. Strana la presenza di così tante bilance, da anni sostituite con le macchine “tp label”.
Tutto è calibrato per raggiungere l’“ufficio perfetto”, persino i tempi dei servizi fisiologici: tre maxi schermi con il direttore Alberto Colombo (Claudio Bisio) scandiscono il conto alla rovescia rimasto al portalettere Mattia Volpe (Alessandro Siani). Finito da Castellabate a Milano dopo aver dichiarato, mentendo per ingelosire la moglie Maria (Valentina Lodovini), di trasferirsi a Pordenone.
Più zuccherosa della precedente “Benvenuti al nord”, la storia perde buona parte degli aspetti tecnici, come lo spot di Scapece “da Aosta” (Salvatore Misticone), allora impegnato nel richiedere la carta “Postamat” ed ora intento a confrontare la propria salute con quella della suocera di Alberto (Erminia che, al pari della moglie Silvia, è interpretata da Angela Finocchiaro). Restano, oltre agli ambienti della prestigiosa sede milanese, la sequenza di mezzi (auto, bici e soprattutto le “paperine”, ossia i “free duck”, per la finzione cinematografica collocati davanti all’ingresso dello stabile al Cordusio) e l’accenno all’ufficio del paese campano, dove i dipendenti protestano contro il part-time. Ufficio che nella realtà non esiste, come hanno potuto scoprire coloro che si sono recati sul luogo per vederlo. A proposito: dove trovare, all’ombra della Madonnina e per giunta in tarda sera, le sfogliatelle per l’inatteso ospite? Il film lo spiega: a Buccinasco!
Quanto al progetto di Palmisan, finirà male, perché “la posta è fatta di sentimenti” e, quindi, non potrà funzionare. Né in Meridione, né a Settentrione. Intanto, nei titoli di coda, si butta lì un’altra idea, un “Benvenuti all’est”. Chissà…