Dopo il libro del protagonista, Giorgio Rosa, quello dello scrittore, giornalista e politico, Walter Veltroni. Anch’esso dedicato, sia pure in forma romanzata, a quell’isola delle Rose creata su una piattaforma nel mar Adriatico, in acque internazionali, e quasi mezzo secolo fa diventata un caso persino giuridico e militare. Perché si dichiarò indipendente dotandosi di appendici formali, quali “francobolli”, “moneta”, lingua (l’esperanto) ed altri elementi caratterizzanti un qualsiasi Stato.
“L’isola e le rose” -questo è il titolo- conta 324 pagine ed è venduto a 17,50 euro. La storia dipinge alcuni giovani che lavorano per costruire la struttura ed accogliervi una comunità di artisti, poeti, musicisti ed amanti della bellezza. È la vigilia del 1968, e niente sembra impossibile. La vicenda prende appunto le mosse da un episodio vero e dimenticato per raccontare la nascita, a undici chilometri dalla costa, di un’isola artificiale che richiama turisti da tutta Europa, l’idea di una micronazione indipendente, l’invenzione di una radio libera. Parla di amori, tradimenti, debolezze, slanci, padri che muoiono e figli che riscoprono sentimenti perduti; come nelle migliori commedie all’italiana, vitalità ed allegria rivelano un fondo di tenerezza e inquietudine. È la narrazione di un’utopia, contrastata dal potere.
Il lavoro che -annuncia Rizzoli, la casa editrice, già ha richiesto tre edizioni in una settimana- viene promosso in una serie di appuntamenti con l’autore. Solo quelli annunciati per settembre risultano tredici, da Modena a Ferrara, da Torino a Firenze e Milano. I prossimi sono fissati a Riccione (Rimini) ed Urbino giovedì 6, rispettivamente alle ore 17.30 e alle 21.