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editor Fabio Bonacina

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Oggi, nella sua Parma, la presentazione dell’autobiografia di Gastone Rizzo, l’insegnante dei francobolli

Il maestro Gastone Rizzo, classe 1922, con il suo libro
Il maestro Gastone Rizzo, classe 1922, con il suo libro

“I ragazzi della Bassa Veronese marinavano la scuola per andare a lavorare in campagna. Ho trasformato le lezioni in gioco, facendoli diventare dei collezionisti. Solo in un secondo tempo siamo passati alle lezioni vere e proprie. È allora che i francobolli divennero un premio”. Poi, il rapporto con l’Althea: “Qui non ho trovato la cuccagna, ma quasi... Mi sentivo il maestro dell’Italia”. Ora, il giudizio: “Mi hanno dato tanta soddisfazione che non potete immaginare”.

Così, oggi pomeriggio a Parma, Gastone Rizzo ha sintetizzato la sua inconsueta esperienza in cattedra, nata a cavallo della Seconda guerra mondiale e sviluppata per decenni utilizzando le cartevalori postali. Ed originando l’autobiografia “Il maestro dei francobolli in «Una scuola così»” (196 pagine con illustrazioni anche a colori, 25,00 euro).

L’incontro si è tenuto sotto l’egida dell’associazione “50&Più” nonché dell’Unione stampa filatelica italiana. Gastone Rizzo, novantuno anni, è stato l’artefice, fra l’altro, del club “Franco Bollino” e del progetto promozionale collegato alle merendine Cremifrutto.

In sala c’erano due signore emozionate che, al tempo, preparavano a mano tali prodotti. Si partiva dai francobolli, che Rizzo acquistava a quintali, in Italia e all’estero, organizzati in serie complete, a fogli, a pacchetti. E badando di togliere i rotti. Ciascuna scatoletta da 35 grammi di confettura era associata ad un dentello, riparato in una bustina; ogni cassa conteneva 288 confezioni ed altrettanti esemplari. L’iniziativa cominciò nel 1951 e finì nel 1965, quando l’azienda fu venduta all’Unilever, che decise altrimenti e chiuse l’esperienza. “Ho fatto mangiare tanta marmellata”, è stata la conclusione del maestro.

Alla presentazione ha partecipato il responsabile mercato privati dell’area Centro-Nord di Poste italiane, Doriano Bolletta. Il quale ha ricordato, fra l’altro, l’esperienza della sua società nel campo della promozione collezionistica, citando il progetto “Filatelia e scuola”. Il taglio è puntare, con i giovanissimi, a determinati argomenti sfruttando le potenzialità comunicative dei francobolli: “gli argomenti rimangono, la filatelia forse”. Si tratta, insomma, di un investimento.

Se il presidente del sodalizio ospite, Franco Bia, ha tratteggiato il maestro dicendo che “si è sempre dato da fare per rendersi utile” così da anticiparne la biografia, il presidente dell’Usfi, Danilo Bogoni, ha spiegato la genesi del volume e soprattutto gli aspetti che hanno caratterizzato l’esperienza didattica, da alcuni paragonata al metodo di Maria Montessori. Il maestro -ha detto- “ci aiuta a capire da dove veniamo; ha pensato all’educazione, al gioco, ma anche alla promozione del lavoro dei suoi alunni. Stiamo parlando di un pezzo di storia; il libro lo riporta alla memoria”. “Voi non sapete quanti collezionisti ha creato”, ma un dato c’è: all’apogeo, la sua organizzazione raggiunse i 175mila aderenti.

Nel frattempo, è scattata la ricerca delle persone raffigurate nelle numerose foto e riprese dall’iniziativa editoriale, come Serena Salorni, presente nel gruppo ritratto in copertina. E di cui l’insegnante ha ancora i lavori che lei fece all’epoca, nonostante sia passato un tempo immemorabile. Stupiti?

Il tavolo dei relatori: da sinistra, il presidente dell’Unione stampa filatelica italiana Danilo Bogoni, l’insegnante protagonista, il responsabile mercato privati dell’area Centro-Nord di Poste italiane Doriano Bolletta, il presidente di “50Πù” Franco Bia
Il tavolo dei relatori: da sinistra, il presidente dell’Unione stampa filatelica italiana Danilo Bogoni, l’insegnante protagonista, il responsabile mercato privati dell’area Centro-Nord di Poste italiane Doriano Bolletta, il presidente di “50Πù” Franco Bia



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