Se le farmacie possono accettare i bollettini postali, le edicole (e magari cartolerie, tabaccherie ed altri esercizi commerciali) diventano ulteriori punti di riferimento per ricevere ed inviare lettere e pacchi. D’altro canto, la strada l’ha indicata Poste italiane, nel momento in cui si è messa a vendere pendole, telefonini ed assicurazioni. Questa volta, però, l’iniziativa è targata Nexive; coinvolgendo Sindacato nazionale autonomo giornalai e Sindacato nazionale giornalai d’Italia, viene definita “In zona”.
L’obiettivo è raggiungere 12mila rivendite di quotidiani e periodici in tre anni, sapendo che dal 2001 ad ora un terzo di tali realtà ha chiuso: sviluppare l’offerta in altri àmbiti potrebbe rappresentare per loro una risorsa. Al tempo stesso, l’accordo mira ad innovare il servizio postale tradizionale, sottoscrivendo -viene chiarito- “una risposta concreta alle necessità di cittadini, pubbliche amministrazioni ed imprese a fronte del crescente disinvestimento nei servizi postali sul territorio”. In altre parole, mettendo a disposizione presìdi con orari più ampi ed attivi pure nei fine settimana. E, soprattutto, permettendo ai privati non solo di ricevere missive e colli, ma anche di spedirli.
Adesso l’operatore offre oltre 1.400 punti in tutto il Paese.
La collaborazione “risponde alla nostra idea delle edicole come veri e propri centri al servizio delle città e dei cittadini”, ha detto il segretario generale di Sinagi Giuseppe Marchica. “Secondo una vecchia regola del marketing, portare le persone in negozio aumenta le possibilità di vendita”, ha aggiunto il presidente Snag Armando Abbiati.