“Fascismo di calcestruzzo, architetture di cartolina”. È questo il titolo dell’ultimo lavoro firmato da Enrico Sturani. Si concentra sui saluti postali che richiamano opere realizzate tra le due Guerre mondiali. Trascurando (non è il suo settore) progetti, assonometrie e spaccati, ma volendone constatare l’avvenuta ricezione positiva da parte del pubblico generico, che -secondo i ruoli- ha fotografato, edito, venduto e spedito cartoline richiamanti il periodo e le sue costruzioni, “ancora negli anni Cinquanta”.
Le 204 pagine, con immagini in parte a colori, documentano ad esempio le stazioni, i monumenti, le case del partito e del balilla, le colonie, le scuole, le caserme, il settore privato, le fabbriche, i mercati, i grattacieli, le città di fondazione…
Spazio -quasi un gioco con gli specchi- è lasciato agli uffici postali, citando, sempre a titolo dimostrativo, gli immobili costruiti ad Agrigento, Bari, Benevento, Catanzaro, Gorizia, Littoria, Massa, Napoli, Ostia Lido e Pola. Dietro ad essi (ed a quelli ferroviari) ci fu Angiolo Mazzoni, lo specialista più versatile dell’epoca: “il suo continuo gusto per la sperimentazione -annota l’autore- lo portò a essere definito, di volta in volta, futurista, razionalista, costruttivista”; si inventava “delle autentiche trovate architettoniche”.
Citati pure gli interi postali, in particolare le cartoline con le opere del regime, considerate “di estrema mediocrità”.
Edito da Barbieri, il volume costa 42,00 euro. La sua concretizzazione è stata possibile anche grazie all’Archivio storico di Poste italiane diretto da Federica Cosenza e curato da Mauro De Palma, ai collezionisti di cartoline Furio Arrasich e Gabriella Pasquali, al presidente del Centro italiano filatelia tematica Paolo Guglielminetti.