Fin qui (news precedente), il contesto. Ma cosa propone, nei fatti, Poste italiane ai Comuni con meno di cinquemila abitanti?
Attraverso l’affidamento del servizio di tesoreria all’azienda guidata da Matteo Del Fante, “l’Ente -si legge nel prospetto- si interfaccia con un unico interlocutore e partner affidabile accedendo ad un’offerta integrata di servizi finanziari, assicurativi e postali”. Si cita così l’adesione al nodo dei pagamenti dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) impiegando la prestazione “Bollettino incassi evoluti”, l’installazione di terminali pos al fine di ampliare le possibilità di pagamento, le offerte di finanziamento ed altri supporti agevolati rivolti al personale.
Come previsto dalla normativa, la società adotta il protocollo standard di colloquio Opi, ovvero ordinativo di pagamento e incasso; tramite esso è gestito il flusso telematico, firmato digitalmente, dei provvedimenti che Ente e tesoriere si scambiano. L’azienda inoltre utilizza il sistema Siope+ (è un componente del Sistema informativo sulle operazioni degli Enti pubblici per rilevare gli incassi e i pagamenti effettuati dai tesorieri di tutte le Amministrazioni pubbliche tramite ordinativo elettronico secondo gli standard emanati dalla stessa Agid).
Ma c’è di più: al riguardo, Poste può supportare l’interlocutore nel processo di trasformazione digitale, nella gestione dei flussi di cassa e nelle attività amministrative collegate. Insomma, vengono promesse la riduzione di tempi e costi, la garanzia per la sicurezza dei dati, l’esclusione di errori nella fase di caricamento delle informazioni con il taglio ai controlli.
Assicurate infine le verifiche di bilancio, “attraverso un team di risorse qualificate e dedicate, la disponibilità di un ufficio postale di radicamento per le attività che richiedono la «presenza fisica» e l’accessibilità a tutta la rete di uffici postali per le attività di incasso”.
Sarà questo il business dei prossimi anni (fine)?