Una vecchia questione, frutto persino di interrogazioni parlamentari, torna di attualità. Il regolamento (è il decreto del presidente della Repubblica 149 dell’8 novembre 2018) che modifica il testo precedente (fissato in un analogo atto, il 178 del 7 settembre 2010) è vigente dal 3 febbraio. Riguarda il registro pubblico delle opposizioni, ora ampliato alla posta cartacea.
Un anno fa, durante il Governo di Paolo Gentiloni, la riforma veniva così presentata: “estende la possibilità, per il cittadino, di negare agli operatori di telemarketing l’utilizzo dei propri dati presenti negli elenchi telefonici pubblici anche per gli invii effettuati tramite posta cartacea; razionalizza i canali di accesso per i cittadini al registro, eliminando il fax, di fatto poco utilizzato nei primi sette anni di esercizio”.
Ora, però, occorre attendere che il ministero allo Sviluppo economico, o chi da esso delegato, aggiorni il sistema, affinché il registro (anche se piuttosto inefficace) adesso riguardante le chiamate telefoniche di rete fissa sia esteso al corriere materiale. La realizzazione tecnica e l’attivazione della nuova struttura dovranno avvenire “entro tre mesi dall’entrata in vigore del provvedimento”.