Ai risultati trionfali di Poste italiane espressi dalla stessa azienda dopo il consiglio di amministrazione del 19 marzo fanno da contraltare gli esiti riguardanti il servizio strettamente postale, sottoscritti e diffusi oggi dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il quadro del 2018, radicalmente semplificato rispetto al passato, propone solo quattro parametri afferenti al servizio universale e tutti si discostano negativamente rispetto ai minimi contemplati. Nel dettaglio, il corriere ordinario a livello nazionale avrebbe dovuto raggiungere il “J+4” (cioè la consegna entro il quarto giorno lavorativo seguente a quello dell’impostazione) nel 90% dei frangenti ed il “J+6” nel 98%. I dati raccolti appaiono invece dell’87,9% (quindi con uno scostamento del -2,1%) e del 96,7% (-1,3). Una seconda tabella si concentra sulla stessa tipologia di prestazione, ma riguardante i soli centri di distribuzione che hanno introdotto il modello a giorni alterni lungo l’anno in esame, cioè nella seconda o nella terza fase (detta riforma ha interessato all’incirca 4.700 comuni). Pure in questo caso, fermi i paletti di riferimento, “J+4” e “J+6” hanno ottenuto il 72,4% ed il 92%, quindi con un -17,6% e un -6,0%. Ignote, ora, sono le conseguenze di tali valori sull’azienda.
Il corriere ordinario delude
27 Mar 2019 18:12 - NEWS FROM ITALY
Poste italiane: quattro i parametri ora monitorati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Nessuno di essi, lungo il 2018, ha raggiunto il minimo previsto