Il genio vinciano si è occupato persino della cartografia riguardante la valle Brembana. Le riproduzioni sono visibili nella mostra “Viaggiare con la posta dai tempi di Leonardo”, fino all’8 settembre accolta alla sala espositiva di Cornello dei Tasso, uno dei borghi più belli d’Italia. Ma, se si vuole, la vera notizia è un’altra. Dopo decenni come sindaco o al più vicesindaco (c’è chi lo ricorda in veste ufficiale durante la piovosissima cerimonia per l’emissione della serie, quella del 2 ottobre 1993, dedicata alla famiglia postale), Gianfranco Lazzarini ha lasciato l’incarico. Ora vi è Andrea Locatelli, classe 1990, con un padre originario della frazione che fa capo a Camerata Cornello (Bergamo). “Cercherò di informarmi e mantenere quanto realizzato”, ha detto ieri all’inaugurazione del percorso. “Nel tempo -ha ricordato lo stesso Lazzarini- abbiamo instaurato una collaborazione internazionale, che continuerà. I Tasso erano una multinazionale, sono partiti da qui e hanno costruito una rete postale e di comunicazioni in Europa”.
Quanto all’attuale esposizione -ha precisato il direttore del Museo dei Tasso e della storia postale, Adriano Cattani- l’idea è di Bruno Naditch. Affronta i viaggi postali, perché “la posta ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della società. Era l’unico mezzo per comunicare, portando lettere ma anche merci e passeggeri. È qui che si inseriscono i Tasso, i quali hanno introdotto percorsi ed orari fissi”.
“Per me la posta è un ponte tra le persone”, ha aggiunto Bruno Naditch. Poi ha fatto riflettere sulle non poche citazioni presenti in letteratura, ad esempio nelle fiabe: il gatto con gli stivali ha le calzature alte e rigide dei messaggeri; gli stivali delle sette leghe, citati fra l’altro nella vicenda di Pollicino, esprimono una misura che rappresenta la distanza fra due stazioni di posta. Insomma, “un museo postale è anche un museo delle tradizioni popolari”.
L’esposizione si apre con le guide postali: la prima nota ad uso pratico risale al 1552, voluta da Charles Estienne. Attraverso le sue ventotto edizioni, ha avviato un nuovo genere letterario, poi arricchitosi associando magari le carte. All’inizio riguardavano l’Europa Centro-Meridionale, per poi estendersi al Nord. Rimangono non illustrate per tutto il Settecento, mentre dal secolo successivo si trasformano in riferimenti turistici, migliorati con commenti su prestazioni e luoghi. Le bacheche proseguono offrendo manifesti, biglietti ed altri reperti per illustrare lo sviluppo del supporto nel tempo, fino ad arrivare all’introduzione del vapore. Nonostante il treno abbia di fatto cancellato la struttura precedente, questa rimane nei nomi: dalla stazione (un tempo di posta, poi ferroviaria) all’omnibus, dalla carrozza alla corriera e senza trascurare locande, trattorie ed alberghi che magari citano la posta o il postiglione.
La mattinata ha permesso inoltre di presentare il libro “La famiglia Tasso e le Poste nello Stato di Milano in età spagnola (1556-1650)”; è di Marco Gerosa (fine).