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editor Fabio Bonacina

27143 news from 8/3/2003

I principali cambiamenti hanno riguardato l’incorporazione di Poste tutela, il rafforzamento della presenza in Anima holding, la trasformazione di Poste mobile (ora Postepay) in Imel

Il 13 febbraio 2018 è stato sottoscritto l’atto di fusione per incorporazione in Poste italiane di Poste tutela, società avente per oggetto, tra l’altro, i servizi di organizzazione, coordinamento e gestione del movimento fondi e dei valori in tutte le filiali e gli uffici postali del territorio nazionale. Ma non è l’unica attività documentata dalla “Relazione finanziaria annuale” e riferita all’anno scorso.

Il 6 marzo la capogruppo e Anima holding (nonché Bancoposta fondi sgr, Poste vita e Anima sgr, per quanto di rispettiva competenza) hanno sottoscritto gli accordi attuativi per ridefinire e rafforzare la collaborazione nel risparmio gestito. Inoltre, Poste italiane il 12 aprile ha aderito all’aumento di capitale sociale a pagamento in Anima holding, proporzionalmente alla quota di sua spettanza. Si tratta di circa 30 milioni di euro, mantenendo una partecipazione del 10,04%.

Con l’intento di concentrare in un unico soggetto specializzato tutte le esperienze e competenze in ambito pagamenti, mobile e digitale, a Poste mobile è finito il ramo d’azienda della monetica e dei servizi di pagamento, rendendogli possibile operare come istituto di moneta elettronica (Imel) “ibrido”, ovvero continuando a svolgere le attività di operatore mobile virtuale. La manovra ha avuto efficacia l’1 ottobre. Dalla medesima data Poste mobile ha cambiato la propria denominazione in Postepay, “divenendo -ribadisce il bilancio- la più grande piattaforma italiana di pagamenti digitali” che, in sinergia con la rete di distribuzione più capillare, quella degli uffici postali, “permetterà a Poste di consolidare il suo ruolo di motore di sviluppo e di innovazione per il Paese” (continua).

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