La crisi di governo, di certo, non ha agevolato la definizione del nuovo contratto di programma, il quale dovrebbe scattare con il 2020. Contratto di programma che Poste italiane e ministero allo Sviluppo economico stanno elaborando e che, probabilmente, è a buon punto. Non a caso, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni già lavora in tale prospettiva. A ulteriore dimostrazione, qualche “fuga” di notizie registrata nelle settimane scorse. Una concerne la scelta di ridurre ulteriormente le cassette dove imbucare gli invii (su quante ora ne esistono, è calato il silenzio). Comunque, verrebbero sostituite da altre, dotate di sensori in grado di registrare il giorno e l’ora in cui l’oggetto è stato inserito. Bizzarro che la medesima azienda -la decisione è stata annunciata dall’amministratore delegato, Matteo Del Fante, il 26 novembre scorso all’incontro con i sindaci dei piccoli paesi- abbia voluto cambiare i contenitori più vecchi e malandati con altri, però sempre tradizionali. Cosa che sta facendo in questi mesi attraverso il progetto “Decoro urbano”. Pare stabilita anche l’estensione dei locker negli uffici postali, ovvero degli armadietti metallici utili per ritirare corrispondenza e pacchi. Da quello che si capisce, parrebbe quasi una nuova versione delle vecchie caselle postali, ora particolarmente costose e comunque inadeguate, perché troppo piccole, a contenere le attuali tipologie di materiali spediti (continua).
Cassette tecnologiche/1 Il salto di qualità
14 Set 2019 01:26 - NEWS FROM ITALY
L’ipotesi sarebbe contenuta nel nuovo contratto di programma che Poste italiane dovrà sottoscrivere con il ministero allo Sviluppo economico