La partenza potrebbe essere individuata in Austria, l’1 ottobre 1869, con un normale intero nel cui dorso è scritto “L’amministrazione postale declina ogni responsabilità circa il contenuto del testo”. Rappresenta la risposta ai dubbi amministrativi e giuridici di allora per veicolare un messaggio scoperto attraverso il canale postale. È il battesimo, insomma, della cartolina. L’avvio di un’attività produttiva capace di generare collezioni di ogni genere. “Le potenzialità –ammette l’esperto Enrico Sturani- sono notevoli. Ho conosciuto una signora francese che raccoglieva tutto quello che potesse riguardare la domenica mattina. Così, per scherzare, gli suggerii anche il mercoledì pomeriggio. Lei mi guardò con aria pensierosa e mi rispose: «Che buona idea! È il giorno in cui i ragazzi non vanno a scuola: c’è del materiale...»”. Oggi, però, le cose sono diverse, in Italia suggellate dal decreto ministeriale del 24 maggio 1995 che parifica il costo per inviare una cartolina (allora 750 lire) a quello di una lettera. “Nessuno l’ha detto, ma l’aver abolito la tariffa preferenziale, quel minimo che ancora rimaneva di differenza, ha di fatto ucciso lo strumento. O, perlomeno, ne ha cambiato radicalmente il taglio”. Cui occorre aggiungere altri elementi, come l’accresciuta mobilità che ha portato a svalorizzare il saluto scritto inviato dalle vacanze o lo sviluppo delle comunicazioni telefoniche e di internet. Ma c’è di più. “La cartolina nasce principalmente per semplificare le attività lavorative: il ridotto spazio disponibile impone un netto taglio alle formule di cortesia convenzionali, si scrive in modo diretto e sintetico. Inoltre, si risparmia sulla confezione (non c’è la busta) e sul francobollo (la tariffa è inferiore)”. Tutti accorgimenti oggi inutili: una e-mail, ad esempio, è decisamente più funzionale. Finite anche le stagioni d’oro, nelle quali la cartolina conosce veri e propri boom. Come durante i conflitti mondiali, soprattutto la Grande guerra, quando collega i mobilitati alle rispettive famiglie. O, appunto, i ricordi spediti dalle località di mare e di montagna, sintesi di una precisa comunicazione sociale adesso superata. “Le produzioni attuali sono soprattutto pubblicitarie, fustellate, con campioncini di merci: l’aspetto postale è andato in secondo piano. Sempre più spesso presentano immagini a colori su entrambe le parti, eliminando gli indispensabili spazi dove scrivere l’indirizzo e la comunicazione. Si avvicinano ai «flyer» delle discoteche o ai gadget pubblicitari”. E le “e-card”? “Anche quelle che su internet vengono presentate come cartoline elettroniche, secondo me, non sono la stessa cosa: non viaggiano allo scoperto, non vi sono intermediari e spesso non esistono nemmeno i due lati”. Poco male, comunque: il materiale esistente è tale da appagare qualsiasi esigenza!
Cartoline: “Il 1995 ha cambiato tutto”
24 Gen 2009 11:08 - NEWS FROM ITALY
Oggi, in un mondo completamente diverso, rappresentano soprattutto un gadget pubblicitario