“Tutti gli stemmi del cessato Governo saranno indilatamente abbassati”. Così stabiliva il decreto che il nuovo Municipio di Modena diffuse il 13 giugno 1859; due giorni prima, il duca Francesco V aveva lasciato la città. Nella lista nera c’erano anche i francobolli in distribuzione dall’1 giugno 1852 poiché riportavano l’aquila della casata e l’indicazione “Poste estensi”.
Lo ha ricordato ieri sera Paolo Vaccari durante la conferenza, organizzata dal Lions club Vignola e castelli medioevali, “Il Risorgimento nel Ducato di Modena”. In attesa che le cartevalori venissero sostitute con quelle caratterizzate dal blasone sabaudo -cosa che avvenne dal 15 ottobre- ci si ingegnò. Presentate e commentate dall’esperto, ecco le lettere dove i francobolli furono “nascosti” da pesanti annulli con al centro l’insegna piemontese. Accadde soltanto negli uffici più importanti, cioè quelli di Modena e Reggio, mentre negli altri tutto procedette come prima.
L’interesse del materiale proposto è dato anche dai contenuti, laddove si sono conservati, e che magari raccontano i fatti di quei giorni. “Ieri -si legge in una missiva scritta il 16 giugno- fu formato il nuovo Municipio, nel quale hanno sede due israeliti. Nel dopo pranzo prima di ieri giunsero 50 soldati piemontesi ed oggi se ne attendono altri 100…”. Tra gli ulteriori richiami, i tortuosi tragitti effettuati dal corriere per aggirare Paesi nemici o luoghi di battaglie, senza dimenticare la storia del famoso carteggio di Vito Viti ritrovato negli Usa.
“Sono alcuni degli aspetti su cui mi sono soffermato -spiega il relatore- cercando soprattutto quelli inconsueti ma in grado di attirare l’attenzione di un pubblico non specialista. Tanto è vero che poi le domande non sono mancate, ad esempio su come si affrancasse negli altri Antichi Stati o perché sulle missive che ho illustrato vi siano soltanto nome e cognome, senza un indirizzo preciso al pari di oggi”.
Alla fine della serata sono state donate al Lions cinquanta copie del volume “Modena 1852-2002 - 150° Anniversario dei francobolli estensi”, poi vendute in favore delle attività firmate dal sodalizio. In questo periodo è impegnato con la Caritas e il Banco alimentare soprattutto nel fornire cibo a persone indigenti della zona. Solo a Vignola sono 130 le famiglie seguite, il 35% delle quali italiane.