Mancano ancora diversi mesi (la manifestazione si svilupperà fra il 2 e il 4 dicembre), ma già “Monacophil” prende forma. Invitata d’onore sarà la Royal philatelic society di Londra, scelta che permetterà di puntare l’allestimento principalmente sul Commonwealth britannico.
In questo quadro non mancheranno pezzi particolari proposti dallo stesso sodalizio e dai suoi iscritti, ma soprattutto non mancheranno i contributi provenienti dalla collezione di Elisabetta II. Materiali -viene assicurato dagli organizzatori- mai esposti finora.
Confermato, inoltre, l’esclusivo spazio dedicato ai “100 francobolli e documenti filatelici fra i più rari del mondo”, al quale contribuiranno la stessa regina, il principe Alberto II di Monaco, musei postali e soci del Club de Monte-Carlo.
Tra i reperti selezionati spicca la lettera scritta sulla manica di una camicia dal governatore del Darfur, l’anglo-austriaco Rudolf Anton Karl Slatin (1857-1932). Tra il 1883 ed il 1895, quando riuscì a fuggire e a raggiungere l’Egitto attraverso mille chilometri di deserto, fu prigioniero dei mahdisti a Omdurman. Durante la cattività gli fu impedito di comunicare con la famiglia. L’unica eccezione nota è quella che verrà proposta alla mostra: il frammento di tessuto fu predisposto dal recluso e trasportato clandestinamente da un pastore fino a Suakin, allora tranquilla. Qui, il 3 ottobre 1888, venne spedito per raccomandata sino a Vienna, città raggiunta il successivo giorno 20.