La sigla, forse, è nota soltanto agli addetti ai lavori, ma la Namsa, cioè il principale organismo Nato di gestione e sostegno logistico, fu fondata in Francia nel 1958. Dieci anni dopo, a causa del raffreddamento di Parigi nei confronti dell’Organizzazione, emigrò a Capellen, in Lussemburgo.
I settori di intervento della Namsa comprendono, fra gli altri, il sostegno alle operazioni militari della Nato, l’approvvigionamento comune di ricambi ed altri beni, la fornitura dei servizi necessari a sostenere i diversi sistemi d’arma impiegati. Compiti in questi ultimi anni decisamente aumentati, avendo esteso l’operato in più progetti di smilitarizzazione mirati a distruggere mine anti-uomo, munizioni convenzionali ed armi leggere.
Per celebrare il giro di boa, oggi il Granducato emette un 70 centesimi commemorativo, nel quale la cifra “50” è composta dalle bandiere dei ventisei Paesi attualmente membri, Italia compresa. Un omaggio particolare, anche se -avrebbe detto l’ambasciatore della Russia presso la Nato, Dmitry Rogozin, riferendosi agli attriti delle ultime settimane -quest’ultima “non è un’associazione di collezionisti di francobolli... ma un’alleanza militare”.