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editor Fabio Bonacina

27233 news from 8/3/2003

Quasi un secolo e mezzo dopo la sua entrata in vigore, finisce -insieme a molte altre normative, anche del settore- in soffitta

Sotto la scure del ministro Roberto Calderoli sono finite le leggi che approvano le convenzioni postali con la Francia, la Grecia e la Svizzera, sottoscritte tra 1861 e 1862, agli albori dell’Unità d’Italia. Cancellata pure quella stipulata con la società Vincenzo Florio, riguardante la concessione del servizio di trasporto della corrispondenza tra “il continente e l’isola di Sicilia e intorno alle coste della Sicilia” (è la 559 del 16 aprile 1862). Carta straccia persino il materiale sulla riforma postale dello stesso 1862, come il via libera, dell’anno successivo, per una spesa straordinaria mirata a costruire carrozze postali. O le regole del 1911, che riguardano la spedizione pneumatica e quelle, del 1929, relative alla Milizia speciale delle comunicazioni, cioè ferroviaria e postelegrafica. Cancellati, inoltre, i dispositivi riguardanti le cartevalori, come quel decreto con cui il capo provvisorio dello Stato, il 7 ottobre 1946, autorizzò “una serie di francobolli celebrativi dell’avvento della Repubblica italiana”.

Sono alcune delle oltre 29mila leggi che il Governo ha cancellato dall’ordinamento. “In vista -precisano dal dicastero per la Semplificazione normativa- della prossima entrata in funzione di «Normattiva», la banca dati pubblica e gratuita della normativa statale vigente, prevista entro giugno 2009”, è stato approvato un decreto legge che abroga documenti obsoleti.

In particolare, vengono cancellate tutte le norme primarie del Regno d’Italia ancora in vigore. Basandosi sulla banca dati storica del ced della Corte di Cassazione, sono state selezionate le leggi, i regi decreti legge, i decreti legge luogotenenziali, i decreti legislativi luogotenenziali e i decreti legislativi del capo provvisorio dello Stato, per un totale di oltre 31mila atti. Da questi sono stati salvati quelli ritenuti sicuramente vigenti; sono così rimasti circa 29mila atti primari di incerta o dubbia vigenza, “che comunque è utile abrogare (o ri-abrogare) espressamente”. In tal modo, “si contribuisce in maniera decisiva alla certezza del diritto” e soprattutto si consente di non dover procedere alla loro marcatura e al conseguente inserimento nella nuova banca dati. Cosa che gli esperti valutano in duecento euro a provvedimento.

Tra le 29mila leggi definitivamente abrogate, quella che riguarda la Milizia delle comunicazioni, risalente al 1929
Tra le 29mila leggi definitivamente abrogate, quella che riguarda la Milizia delle comunicazioni, risalente al 1929



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