Con le attuali metodologie di calcolo introdotte dalla Commissione Europea, che per il costo netto considerano il perimetro dell’intera azienda, nel caso specifico l’insieme di tutti i servizi offerti da Poste italiane, secondo l’Autorità per le garanzie nelle comunicazione l’onere del servizio postale universale per il 2020 è stato quantificato in 585 milioni di euro (la società, invece, l’ha stimato in 1.426 milioni), mentre quello per il 2021 in 480 (1.397). Cifre dall’Agcom considerate inique, in quanto l’operatore riceve dallo Stato annualmente 262,4 milioni. Da qui l’impegno del Garante di valutare se sia necessario ricorrere al fondo di compensazione, che vale 89 milioni e attinge alle disponibilità dai concorrenti. Occorrono però degli adempimenti in capo al ministero dell’Economia e delle finanze da una parte, a quello delle Imprese e del made in Italy dall’altra. Da qui il rinvio di quattro mesi per concludere la procedura. Ad arrivare a tali conclusioni ha contribuito l’esito della consultazione pubblica in nove domande “inerenti agli aspetti più significativi per la quantificazione dell’onere del costo netto, per la valutazione della sua eventuale iniquità e per le modalità del suo finanziamento”, cui hanno partecipato l’Associazione Dma/Xplor Italia, l’Associazione italiana corrieri aerei internazionali, il Consorzio di tutela agenzie recapito licenziatari insieme a Fulmine, Poste italiane (continua).
Agcom/1 Fondo di compensazione: se ne riparla
30 Mar 2024 00:33 - NEWS FROM ITALY
Lo sta valutando il Garante davanti a un costo del servizio postale universale, riferito al 2020 e al 2021, ben più alto rispetto a quanto rimborsato dallo Stato