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editor Fabio Bonacina

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Nello stesso lasso di tempo, secondo l’analisi del Garante, gli uffici di Poste italiane sono scesi del 7,5% e i dipendenti diminuiti di 17.500 unità

Le restanti osservazioni del focus sui bilanci delle imprese (news precedente) riguardano Poste italiane nell’arco temporale 2006-2016. Dopo il massimo storico registrato nel 2009 (pari a 10,2 miliardi di euro) si osserva -annota l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni- “una progressiva riduzione delle risorse economiche”. Tuttavia, nell’ultimo anno analizzato, il 2016, viene appuntata una crescita del 2,9%.

Quanto alla composizione dei ricavi, si è strutturalmente modificata nel corso del tempo: nel 2006 il peso dei servizi postali (ricavi da mercato, servizio universale e integrazioni tariffarie) era pari a più della metà degli introiti complessivi, mentre dieci anni dopo tale valore è sceso a meno di un terzo.

La progressiva digitalizzazione è alla base dei tagli negli invii: lungo il decennio, quelli indescritti e descritti si sono dimezzati, passando da 3,5 a 1,7 miliardi di unità.

Allo stesso tempo, la crescita del commercio elettronico (nel 2016 oltre un utente internet su due ha effettuato un acquisto on-line) ha alimentato le attività di invio pacchi e corriere espresso; si parla di un aumento superiore al 50%, ovvero da 62 a quasi 100 milioni di colli.

Sempre l’ultimo decennio ha visto scendere i numeri di uffici postali del 7,5% (da 13.900 a 12.850) e personale (-17.500 addetti), mentre i ricavi per dipendente sono passati da 66 ad oltre 72mila euro (+9,6%).

I volumi degli invii postali (in blu), di pacchi e corriere espresso (rosso) in dieci anni, fatto il 2006 pari a cento (fonte: Agcom)
I volumi degli invii postali (in blu), di pacchi e corriere espresso (rosso) in dieci anni, fatto il 2006 pari a cento (fonte: Agcom)



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