Sono finiti all’Archivio del ‘900 operativo presso il Mart, quindi a Rovereto (Trento), il materiale di lavoro del milanese Enrico Baj (1924-2003) e parte della sua biblioteca. Donati dalla moglie del pittore e scultore, Roberta Cerini.
Fu interprete dei movimenti politici ed intellettuali europei durante la seconda metà del XX secolo, divenendo tra i massimi protagonisti italiani. Il fondo a lui intitolato, definito di notevoli dimensioni, rivela in maniera unica e completa il percorso svolto dai primi anni Cinquanta. Oltre alle correnti di cui fu il riferimento, dall’Arte nucleare alla Patafisica, l’insieme testimonia i contatti con gli ambienti letterari (da Raymond Queneau a Edoardo Sanguineti), nonché i legami con alcuni tra i più attivi rappresentanti delle avanguardie storiche, come André Breton, Farfa (Vittorio Osvaldo Tommasini), Francis Picabia.
Il lascito comprende corrispondenza (migliaia le lettere presenti, scambiate soprattutto con alcuni colleghi), scritti, fotografie, documentazione personale e professionale, video e numerosi articoli a stampa (inviti, manifesti, ritagli…). Senza trascurare un fascicolo su Guglielmo Achille Cavellini (tra cui un’operazione andata-ritorno con i suoi francobolli d’artista) ed alcune decine di cartoline patafisiche, sia francesi sia nazionali.
I faldoni sono consultabili in sede su appuntamento.