L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni l’aveva promessa ed ora l’ha concretizzata. È l’indagine conoscitiva intitolata “Servizio universale postale: esigenze degli utenti e possibili scenari evolutivi”.
È volta -recita il provvedimento- “ad un’analisi approfondita dei servizi postali e, in particolare, del servizio universale postale, sotto il profilo dell’adeguatezza della loro attuale configurazione rispetto ai bisogni e alle aspettative dell’utenza”. Utenza che comprende i consumatori, i professionali, le pubbliche amministrazioni, i consolidatori.
I punti da chiarire appaiono diversi e l’Agcom li riassume così: le modalità attuali di impiego come mittenti o destinatari; l’adeguatezza delle prestazioni alle esigenze, alle aspettative ed alle caratteristiche ritenute imprescindibili (come l’affidabilità e l’accessibilità); le presenti condizioni di offerta (la prova di avvenuta consegna, la frequenza del recapito, i tempi…); i possibili scenari alternativi; l’importanza del ruolo svolto dal servizio universale nel promuovere la coesione sociale e territoriale.
I dati saranno raccolti anche sentendo le parti interessate, coinvolgendo istituti di ricerca universitari o conferendo specifici incarichi ad organismi indipendenti specializzati, pubblici o privati. Per arrivare a dei risultati è stato fissato, almeno per ora, un lasso di centottanta giorni.
Intanto, sulla consistenza del costo netto, riguardante il 2011 e il 2012 e notificato due giorni fa, continuano le reazioni. Come quella del potente sindacato Slp-Cisl, il cui segretario generale, Mario Petitto, parla di “ennesima beffa perpetrata ai danni dell’operatore postale pubblico. Sono anni ormai che lo Stato riconosce a Poste italiane solamente la metà dei costi reali sostenuti per garantire il servizio universale con evidenti ripercussioni negative sul conto economico”. La decisione del Garante “aggrava le condizioni finanziarie dell’azienda postale, trascinata tra l’altro nella vicenda scabrosa di Alitalia con tutti i rischi connessi”.