Cinquecentoquaranta pagine sul telegrafo in Italia. È il libro di Simone Fari “Una penisola in comunicazione - Il servizio telegrafico dall’Unità alla Grande guerra” (45,00 euro, Cacucci editore).
“Le telecomunicazioni delle origini, e in particolare la telegrafia -spiega il ricercatore a «Vaccari news»- costituiscono un tema trascurato dalla storiografia italiana. Tuttavia, a livello internazionale, la telegrafia e i cavi telegrafici sono stati oggetto di importanti studi storici, il che dimostra, in qualche modo, come non siano tematiche marginali. Essendo uno specialista di storia economica, mi sono concentrato sull’analisi del servizio nella sua complessità (personale, tecnologia, sviluppo del servizio per i privati)”.
Il volume approfondisce anche elementi precisi, come l’impiego in campo militare, le problematiche amministrative e riferite al personale, l’analisi del traffico, le riforme regolamentari e tariffarie, lo sviluppo dell’Unione telegrafica internazionale (poi evolutasi in Unione internazionale delle telecomunicazioni). Nato dal dottorato di ricerca in Storia economica all’Università di Bari, è il frutto della sinergia che può emergere fra i mondi scientifico e collezionistico e, non a caso, si rivolge ad entrambi gli ambienti. “Sia il lavoro di ricerca che quello di stesura del libro -conferma Simone Fari- sono stati facilitati dalla costante e preziosa collaborazione di numerosi amici filatelisti. Questi studiosi, così occorre definirli per la profondità delle loro conoscenze e delle loro ricerche, mi hanno supportato, aiutato, consigliato e corretto. La copertina è un omaggio a Beniamino Cadioli, che possiede una collezione di cartoline a tema telegrafico. Devo ringraziare, comunque, coloro che ruotano intorno all’Istituto di studi storici postali, il quale è stato per me vera fonte di ispirazione per il lavoro”.
Telegrafia vuole dire necessariamente passato? “Al giorno d’oggi -prosegue- tutti parlano della globalizzazione, appiattendo il concetto alla contemporaneità. Credo, invece, come molti altri, che la globalizzazione sia un fenomeno di lungo periodo, e che in esso le telecomunicazioni, fin dalle origini, abbiano giocato un ruolo molto importante. Inoltre, studiare le origini delle telecomunicazioni italiane potrebbe suggerire qualche interessante consiglio su come risolvere alcune annose questioni legate alle cronache odierne. Mi riferisco, in particolare, al monopolio della rete e alla libera concorrenza dei gestori...”.
Pensare che c’è chi organizza, ancora adesso, campionati di telegrafia... “Sicuramente, oggi, delle gare telegrafiche hanno un valore diverso da quello che avevano agli inizi del Novecento e che ho descritto nel mio libro. Credo però siano importanti, almeno sotto l’aspetto mediatico; servono per far capire alle persone che le telecomunicazioni non sono iniziate né con internet né con il telefono, ma molto prima”.