Giorni di proteste formali e fisiche contro la decisione di Poste italiane, che ha ottenuto il benestare dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, di chiudere uffici postali. Al netto di riduzioni nei giorni o negli orari, la serrata definitiva tocca a non poche sedi. E di certo non è finita. Dopo Verona, nel Veneto il provvedimento colpisce Padova, dove serrano Padova 1 (si trova in piazza De Gasperi 30), Padova 2 (via del Portello 16), Padova 6 (viale Cavallotti 81), Padova 15 (viale dell’Industria 58); in città restano attive ventisette sportellerie. Senza trascurare Venezia, con Marghera 1 (via Pasini 48), Marghera 3 (via Longhena 60, già inattivo), Trivignano (via Castellana 225, idem), Venezia 11 (viale IV Novembre 23); trenta i presìdi confermati. In Piemonte, seguendo Torino, è il turno di Novara, con Novara 10 (via Maestra Torrion Quartara 79) e Vignale (corso Risorgimento 369); sedici quelli residui. Per la Lombardia è emersa Bergamo: addio al Bergamo 12 (via Boccaleone 15/f) e al Bergamo 14 (via Tremana 13/b); dodici i riferimenti che rimangono. Quanto alla Liguria, attualmente è interessata Genova, attraverso le sedi Genova 11 (via Assarotti 106r), Genova 28 (via Redipuglia 18r), Genova 35 (via Donghi 130r), Genova 59 (via San Quirico 132a/r) e Genova 48 (via Multedo di Pegli 133r); altre cinquantanove restano attive. C’è anche l’Emilia-Romagna, con Parma: coinvolto risulta il Parma 7 (piazzale XXV Aprile 7). La clientela deve recarsi negli altri ventidue punti.

