Una curiosa vicenda collega lo scomparso immobile di via Madonna della Porta 73 ad Amatrice (Rieti), dove al momento del terremoto del 24 agosto 2016 aveva sede l’ufficio postale (news precedente), con un francobollo. Viene raccontata a “Vaccari news” da Emma Moriconi (suo è il libro, in due edizioni, “Amatrice. Dolce amara terra mia”). Permettendo di riscoprire il 60 centesimi emesso il 19 ottobre 2009. Riguarda l’Opera nazionale per il Mezzogiorno d’Italia: in primo piano raffigura i padri Giovanni Minozzi e Giovanni Semeria.
La frazione di Preta ha dato i natali al primo personaggio, il cui ricordo è ancora vivo. Il parco cittadino, ad esempio, dove ora sono allocati i servizi principali, porta il suo nome. Durante la Grande guerra egli partì come cappellano militare in sostegno -spirituale e non solo- dei combattenti. Fu lui a creare dal nulla le case del soldato, a realizzare le cappelline cominciando dalla zona di Calalzo, nel Cadore, in territori impervi e vicini al fronte. Grazie al suo operato, i soldati poterono trovare il conforto di un focolare, libri da leggere, luoghi ove incontrarsi e trascorrere qualche ora. Costruì gli orfanotrofi per i figli di chi non tornò; il primo ad Amatrice, nei locali di quella che fu la chiesa di san Fortunato. Poi l’edificio divenne insufficiente per accoglierli tutti, così si preoccupò di realizzare due differenti strutture: una per i maschi (completa di scuole, laboratori artigianali del ferro, del legno, copisteria, cucine, lavatoi, orti, porcilaia e quant’altro, con una chiesa -intitolata a santa Maria Assunta- e un cinema teatro), situata su quello che oggi, guarda caso, si chiama viale Don Minozzi. L’altra, per le bimbe, eretta -si dice- sui resti di un antico castello, nei pressi della chiesa del santissimo Crocifisso; adesso resta solo un pezzo della parete destra che presenta ancora un affresco del Giarrizzo, velinato per evitarne l’ulteriore deterioramento (fine).