Tralasciando la nave che ne riprende il nome, è stato ricordato esplicitamente dall’Italia attraverso alcuni francobolli (in particolare nel 25 e 60 lire del 31 dicembre 1954, emessi nel quinto centenario dalla nascita, e nel 1.300 del 12 agosto 1998, per l’analogo anniversario dell’esplorazione). Ma il rapporto tra Amerigo Vespucci ed il mondo postale va oltre.
Lo ricorda il professore ordinario di Storia moderna Leandro Perini che, per Firenze university press, ha curato il libro “Cronache epistolari - Lettere 1476-1508” (240 pagine, 17,90 euro). Al suo interno raccoglie settantanove missive, tutte quelle note. Quasi sempre che lo vedono destinatario di brevi comunicazioni.
La loro analisi mette in luce diversi elementi: una tradizione cittadina di alfabetizzazione, la personalità del navigatore ed il quadro dei suoi interlocutori, prima di tutto i familiari. Ma si va oltre, evidenziando i fatti coevi emersi in Toscana, le conseguenze economiche della guerra di Sisto IV contro Lorenzo il Magnifico, la società in genere (“del commercio degli schiavi destinati alle miniere del Nuovo mondo o al servizio domestico nel Vecchio -annota l’esperto- le lettere di viaggio e il testamento di Vespucci contengono notizie non equivoche”). Nel momento in cui è lui a raccontare, diventa cronista e storico della scoperta: da qui le corrispondenze particolarmente lunghe ed articolate, rivolte soprattutto a Lorenzo il Popolano.
Interessante, nell’introduzione, l’approfondimento dedicato ai carteggi di allora, fra i quali viene citato quello tenuto dal mercante pratese Francesco di Marco Datini.