L’Australia (in questo momento alle prese con le conseguenze del maltempo sulla costa orientale) nutre una passione per le pubblicità d’antan. Basta dare un’occhiata alle produzioni postali più recenti per rendersene conto. Il 19 agosto 2014, ad esempio, ha proposto una selezione di manifesti, mentre l’1 settembre 2015 è stato il turno delle insegne al neon. Oggi la lente della nostalgia si è soffermata sulle etichette della frutta che, non a caso, hanno originato un vero e proprio settore collezionistico. Tutto nasce agli inizi del XX secolo, quando prese avvio la grande esportazione di tali generi alimentari, soprattutto verso il Regno Unito. Le prime indicazioni erano spartane, applicate con la vernice nera attraverso una dima; servivano semplicemente per identificare il contenuto della cassa in legno su cui erano apposte. Poi emersero le esigenze di marketing: così, alcune aziende cominciarono ad utilizzare etichette di carta per promuovere il proprio marchio. Fino a quando arrivò, per l’imballo, il cartone. Le etichette trasformate, con il supporto di Jo Muré, in francobolli da 1,00 dollaro citano le ditte Paterson & Co. (riguardano mele), River’s pride (arance), Kile (ancora mele) e Price ltd (uva). I dentelli sono prodotti in fogli da cinquanta gommati, in libretti da dieci (contengono due serie e mezzo) ed in rotoli da cento autoadesivi. Si aggiunge, fra gli altri articoli, il libretto di prestigio (prezzo: 16,95 dollari).
Anche le etichette per la frutta fanno marketing
07 Giu 2016 15:26 - FROM ABROAD
Lo testimonia la serie dell’Australia. È composta da quattro francobolli che presentano altrettante pubblicità d’epoca